Lo Zen in guerra, gli incendiano la casa, gli uccidono il cane e lo pestano

Il quartiere Zen di Palermo teatro di un episodio di estrema violenza che segna una nuova escalation nella guerra tra clan per il controllo del territorio. Un uomo è stato selvaggiamente aggredito e la sua abitazione, una struttura precaria situata in via Gino Zappa, è stata data alle fiamme mentre si trovava all’interno. Solo la prontezza nel mettersi in salvo gli ha evitato conseguenze fatali, mentre il suo cane è rimasto intrappolato nell’incendio perdendo la vita.
La vittima è stata ricoverata in ospedale con gravi traumi cranici e lesioni su tutto il corpo. I medici hanno confermato che l’uomo non è in pericolo di vita, ma le sue condizioni testimoniano la ferocia dell’aggressione subita. L’episodio rappresenta un salto di qualità nella spirale di violenza che da settimane attanaglia il quartiere, passando dagli avvertimenti intimidatori al tentato omicidio
L’agguato di via Gino Zappa non è un caso isolato ma l’ultimo anello di una catena di violenze che sta sconvolgendo lo Zen. Nelle settimane precedenti, il quartiere è stato colpito da una serie di attentati incendiari che hanno preso di mira diverse attività commerciali. Una macelleria di via Gino Zappa è stata prima saccheggiata e poi completamente distrutta dalle fiamme. Un’agenzia di scommesse in via Ignazio Mormino ha subito la stessa sorte, mentre in via Adamo Smith è stata incendiata un’automobile.
La sequenza degli eventi mostra un crescendo di violenza che dalle intimidazioni è passato agli attacchi diretti contro persone e proprietà. Gli investigatori della Squadra Mobile stanno mappando tutti gli episodi per ricostruire il quadro complessivo di quella che appare sempre più come una vera e propria faida criminale.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la scintilla che ha innescato la spirale di violenza risale al 9 marzo scorso. In via Costante Girardengo si è verificata una rissa che è degenerata in un accoltellamento. Un pregiudicato trentunenne, noto alle forze dell’ordine per il suo coinvolgimento nel traffico di stupefacenti, è stato colpito da sei coltellate, una delle quali ha perforato un polmone.
Gli agenti della Squadra Mobile, intervenuti sul posto, hanno rinvenuto una maglietta intrisa di sangue. Il ferito è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso di Villa Sofia dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. La risposta non si è fatta attendere: nelle ore successive alcuni testimoni hanno riferito di aver udito colpi di pistola esplosi in direzione di un bar molto frequentato della zona.
La posta in gioco nella guerra tra clan è il controllo delle attività illegali che generano profitti milionari nel quartiere. Il traffico di stupefacenti rappresenta la prima fonte di guadagno, ma i proventi della droga vengono sistematicamente reinvestiti nel gioco d’azzardo online. Le scommesse clandestine costituiscono un moltiplicatore di ricchezza capace di triplicare in poche ore le somme investite.
Questa combinazione di droga e gioco d’azzardo crea un circuito economico criminale che muove ingenti capitali. Il controllo di queste attività garantisce non solo profitti immediati ma anche il dominio sul territorio e la capacità di gestire altri traffici illeciti. La competizione per accaparrarsi fette sempre più ampie di questo mercato illegale sta generando scontri sempre più violenti tra i gruppi criminali dello Zen.
Dall’inizio della faida, il quartiere ha vissuto settimane di terrore. Gli investigatori hanno documentato numerosi ferimenti, sparatorie con pistole e fucili dirette contro negozi, automobili, abitazioni e persone. Due sono i feriti “ufficiali” colpiti alle gambe da proiettili, ma il numero reale delle vittime potrebbe essere superiore considerando chi evita di rivolgersi alle strutture sanitarie per non attirare l’attenzione delle forze dell’ordine.
Gli incendi dolosi hanno colpito centri scommesse, una polleria a cui è stato bruciato il gazebo esterno, una postazione di vendita ambulante e la già citata macelleria. Secondo gli investigatori, tutte queste attività sarebbero in qualche modo riconducibili a uno dei gruppi coinvolti nella faida, configurando un pattern di ritorsioni mirate.
La situazione di caos criminale che sta vivendo lo Zen affonda le radici nel vuoto di potere creatosi dopo le grandi operazioni antimafia degli ultimi anni. L’inchiesta “Grande Inverno” condotta dai carabinieri ha portato all’arresto di 181 affiliati, tra boss, gregari e luogotenenti delle principali famiglie mafiose che controllavano i mandamenti cittadini e provinciali.
Tra gli arrestati figurano i fratelli Nunzio e Domenico Serio, considerati fino a quel momento i padroni indiscussi dello Zen e reggenti dei mandamenti di Tommaso Natale e San Lorenzo. I Serio gestivano il traffico di droga, le scommesse online e imponevano ai ristoranti di Sferracavallo e Mondello i fornitori di pesce. Le indagini hanno anche rivelato i loro stretti rapporti con le famiglie mafiose della Noce.
Nelle intercettazioni dell’operazione Grande Inverno, gli stessi mafiosi definivano lo Zen “una mànnara”, termine dialettale che indica un luogo caotico e ingovernabile. Dal 2007, anno dell’arresto del boss Salvatore Lo Piccolo, il quartiere non ha più avuto una leadership criminale forte e riconosciuta. I tentativi di ristabilire una gerarchia mafiosa tradizionale sono sistematicamente falliti.
Una conversazione intercettata nel luglio 2023 tra Giovanni Cusimano e Gennaro Riccobono è particolarmente significativa. I due discutevano della necessità di far intervenire Domenico Serio per “sistemare lo Zen”, esprimendo dubbi sulla sua capacità di riportare ordine nel quartiere. Questa frammentazione del potere criminale ha creato le condizioni per l’esplosione della violenza attuale.