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Diretta Sicilia > Cronaca > Dall’impresa funebre alla villa a Carini, beni confiscati al boss palermitano
Cronaca

Dall’impresa funebre alla villa a Carini, beni confiscati al boss palermitano

Confisca di beni per 700 mila euro al boss Francesco Di Filippo, esponente del mandamento mafioso della Noce a Palermo
Ultimo aggiornamento: 28/03/2025 - 10:34
di Redazione Web
Pubblicato 28 Marzo 2025
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lettura in 3 minuti
Dall'impresa funebre alla villa a Carini, beni confiscati al boss palermitano

Un’imponente operazione delle forze dell’ordine ha portato alla confisca di beni per un valore di circa 700 mila euro a Francesco Di Filippo, 47 anni, figura di spicco del mandamento mafioso della Noce a Palermo. Il provvedimento, emesso dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo su proposta della Procura e del Questore, colpisce un patrimonio accumulato illecitamente, frutto delle attività criminali di Di Filippo.

Le attività sequestrate

L’elenco dei beni confiscati è lungo e variegato: una comunità alloggio per anziani, un’impresa funebre, un’attività di rivendita di caffè, un furgone, una quota di una villa a Carini, un’imbarcazione e ben 19 rapporti finanziari. Questi beni, secondo gli inquirenti, rappresentano il frutto delle attività illecite di Di Filippo e testimoniano la sua influenza nel tessuto economico locale.

Il ruolo di Di Filippo nel mandamento mafioso della Noce

Di Filippo era stato arrestato nel 2019 nell’ambito dell’operazione “New Connection”, condotta dalla Squadra Mobile di Palermo. Nel 2021, è stato condannato in primo grado a 10 anni e 8 mesi per associazione mafiosa ed estorsione aggravata. L’operazione “Padronanza” del 2020 ha ulteriormente confermato il suo ruolo di rilievo all’interno del mandamento della Noce, in particolare nella famiglia mafiosa di Cruillas.

L’incongruenza tra redditi dichiarati e patrimonio accumulato

Le indagini patrimoniali condotte dalla Polizia hanno evidenziato una palese sproporzione tra i redditi dichiarati da Di Filippo e il patrimonio accumulato nel tempo. Questa “inconsistenza reddituale pressoché assoluta”, come definita dagli inquirenti, ha costituito un elemento fondamentale per il provvedimento di confisca. L’acquisto di beni immobili e mobili, l’avvio di diverse attività imprenditoriali, tutto ciò in un contesto di accertata pericolosità sociale, ha rafforzato i sospetti degli investigatori. Le indagini “New Connection” e “Padronanza” hanno fornito ulteriori prove a supporto del provvedimento, dimostrando la pericolosità sociale di Di Filippo e la sua capacità di infiltrarsi nel tessuto economico legale. La confisca dei beni rappresenta un duro colpo alle attività del mandamento mafioso della Noce e un segnale forte della lotta dello Stato contro la criminalità organizzata.

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ARGOMENTI:confiscaDi FilippoMafiapalermo
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