Triste ritrovamento ad Altofonte, centro alle porte di Palermo. Emanuele Busellini, 78 anni, è stato trovato senza vita nella sua abitazione nel cuore del centro storico. L’uomo, ex dipendente delle Ferrovie dello Stato, giaceva morto da circa un mese, il suo corpo in avanzato stato di decomposizione. Un vero e proprio dramma della solitudine.
L’allarme è scattato lunedì sera, quando Vigili del Fuoco, allertati da vicini e parenti che non avevano sue notizie da tempo, hanno fatto irruzione nell’appartamento. La scoperta è stata agghiacciante: Busellini era deceduto da settimane, abbandonato al silenzio della sua casa. Una tragica fine per un uomo che, nonostante l’età avanzata, era ancora autosufficiente e godeva di una situazione economica agiata.
La storia di Emanuele Busellini è segnata da un’ombra dolorosa, quella della strage di Portella della Ginestra. Suo padre, omonimo, fu una delle vittime dell’eccidio del 1° maggio 1947. Agricoltore 39enne, il corpo del padre fu ritrovato solo il 22 giugno successivo in una foiba nei pressi di Fontana Fredda. Si ipotizzò che, testimone scomodo della strage, fosse stato rapito e ucciso dalla banda Giuliano. Un fardello pesante, quello della memoria, che Emanuele Busellini Jr. ha portato con sé per tutta la vita, forse contribuendo al suo carattere schivo e solitario. Busellini Jr. era anche un poeta e aveva dedicato dei versi alla tragedia di Portella della Ginestra.
La CGIL Palermo ha espresso profondo dolore e amarezza per la morte di Emanuele Busellini. “Una vittima della solitudine, del suo carattere schivo, ma anche del trauma di avere convissuto per tutta la vita con la tragedia del padre ucciso”, hanno dichiarato il segretario generale Mario Ridulfo e Dino Paternostro, responsabile del dipartimento Archivio e memoria storica. Anche Francesco Petrotta dell’associazione familiari delle vittime di Portella della Ginestra e Giovanni Pileri della Camera del lavoro di Altofonte hanno ricordato Busellini come una persona che “senza colpe, ha pagato un altissimo tributo alla violenza criminale”. Un uomo che, nonostante il peso della storia, partecipava alle commemorazioni del padre, mantenendo viva la memoria di una delle pagine più buie della storia siciliana.