La Corte d’Appello di Palermo ha emesso la sentenza di secondo grado nel processo contro la mafia di Torretta, confermando otto condanne e sei assoluzioni. Il processo, che riguarda il mandamento mafioso di Passo di Rigano e la famiglia mafiosa di Torretta, ha visto ridursi la pena per uno solo degli imputati.
L’assoluzione dell’ex sindaco Gambino
Tra le assoluzioni confermate, spicca quella dell’ex sindaco di Torretta, Salvatore Gambino, inizialmente accusato di voto di scambio e associazione mafiosa. Gambino, eletto nel 2013 e rieletto nel 2018, era stato arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia del 2019, ma successivamente liberato dal Tribunale del Riesame. L’assoluzione in primo grado e la sua conferma in appello chiudono definitivamente questo capitolo per l’ex primo cittadino. L’accusa originaria ipotizzava un ruolo dei boss mafiosi nel successo elettorale di Gambino. Queste accuse, che avevano portato alla sospensione di Gambino dalla carica e allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, non hanno retto al vaglio giudiziario.
Le condanne e la riduzione di pena
Otto le condanne confermate in appello, con una sola riduzione di pena. Calogero Caruso e Giovanni Angelo Mannino hanno beneficiato della continuazione con altri reati, ottenendo rispettivamente una pena complessiva di 13 anni e 4 mesi (di cui 9 anni e 4 mesi per questo procedimento) e 13 anni (con una significativa riduzione rispetto ai 10 anni inflitti in primo grado). Le altre condanne confermate riguardano Lorenzo Di Maggio (2 anni in continuazione con una precedente condanna), Raffaele Di Maggio (8 anni e 8 mesi), Francesco Puglisi (7 mesi e 3 giorni), Simone Zito (6 anni e 10 mesi), Ignazio Mannino (6 anni e 8 mesi) e Paolo Vassallo (1 anno). Unico assolto in secondo grado Calogero Badalamenti, per il quale in primo grado erano stati inflitti 7 anni di reclusione.
L’operazione antimafia del 2019
L’operazione antimafia del 2019 aveva portato alla luce gli stretti legami tra il mandamento mafioso di Passo di Rigano e la famiglia mafiosa di Torretta, storica roccaforte degli “scappati”, ovvero gli uomini della cosca Inzerillo che, insieme ad alcuni membri delle famiglie Spatola e Gambino, avevano trovato rifugio negli Stati Uniti nei primi anni ’80 per sfuggire alla repressione dei Corleonesi. L’inchiesta, inizialmente incentrata sulla figura del sindaco Gambino, si è poi estesa ad altri soggetti, portando alle condanne e alle assoluzioni confermate in appello. La sentenza di secondo grado, emessa dalla prima sezione della Corte d’Appello presieduta da Claudio Infantino, con i consiglieri Mario Conte e Luisa Anna Cattina e il procuratore generale Rita Fulantelli, rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nel territorio palermitano.