Maxi blitz antimafia a Palermo: armi dal dark web e c’era chi annunciava blitz imminenti

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L’ultima inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Palermo ha svelato un inquietante scenario criminale, portando al fermo e all’arresto di 181 persone. L’indagine ha rivelato l’acquisto di armi sul dark web, una rete di informatori che avvisava i boss dei blitz imminenti, la pianificazione di latitanze, il racket del pizzo, il ritorno al narcotraffico come fonte primaria di guadagno e la continua ricerca di nuovi affiliati.

Armi dal Dark Web

Tra le prove raccolte, spicca una conversazione intercettata di Calogero Lo Presti, boss di Porta Nuova, che allude all’esistenza di armi nascoste: “c’è…ci sono…ce n’è di tutti…(..inc..) ci sono…ci sono…conservate sono”. Questo dettaglio apre uno squarcio sul rifornimento di armi tramite il dark web, un canale sempre più utilizzato dalle organizzazioni criminali per eludere i controlli.

Informatori e Blitz Imminenti

L’indagine ha messo in luce una capillare rete di informatori che forniva a Cosa Nostra informazioni riservate sulle indagini in corso. Il 7 novembre 2023, il capomafia Antonino Gagliardo informò un altro mafioso di tre imminenti operazioni di polizia (“tre zampate … tre camurrie”) previste per “fine anno”. Questa informazione permise ai mafiosi di far “sparire” prove compromettenti e di organizzare la latitanza di alcuni affiliati di Brancaccio (“quelli più pesanti”). Anche il 12 gennaio 2024, un’altra soffiata rivelò imminenti arresti: “Giochi di fuoco … dal ventuno al ventitré”. Infine, il 4 settembre scorso, Paolo Lo Iacono parlò di un imminente provvedimento cautelare (“una bomba”) che avrebbe coinvolto numerosi affiliati: “Per adesso c’è una bomba che sta scoppiando! (…) Hanno duecentottanta fotografie”.

Latitanze Pianificate

Alcuni mafiosi, temendo l’arresto, si preparavano alla latitanza. Il cognato del boss Nunzio Serio, dopo aver scoperto microspie sull’auto della moglie, si allontanò da Palermo per rifugiarsi al nord. Un altro capomafia, sfuggito a un inseguimento della Guardia di Finanza, progettava di fuggire all’estero con la famiglia per proteggere il patrimonio accumulato con i giochi online: “Me ne devo andare da qua… devo cambiare la residenza… me ne vado…. L’Italia per noi è diventata scomoda, io me ne devo andare perché non intendo assolutamente perdere quello che ho creato fino ad oggi. Cominciate a farvi i passaporti”.

Pestaggio Assistito dal Carcere

Un episodio raccapricciante riguarda un boss che, dalla sua cella e tramite un cellulare introdotto illegalmente, ha assistito al pestaggio che aveva commissionato. Capimafia come Nunzio Serio e Calogero Lo Presti comunicavano dal carcere con affiliati all’esterno, organizzando riunioni improvvisate. In un’occasione, Lo Presti commissionò una spedizione punitiva contro Giuseppe Santoro, scegliendo la squadra, le modalità dell’agguato e assistendo in diretta al pestaggio tramite videochiamata.

Racket del Pizzo

Il racket del pizzo continua a soffocare i commercianti palermitani. L’inchiesta ha evidenziato “imposizioni a tappeto”, con i ristoranti di Sferracavallo e Mondello costretti ad approvvigionarsi da un grossista imposto dal boss Nunzio Serio.

Narcotraffico e Ricchezza

Il traffico di stupefacenti è tornato a essere una delle principali fonti di guadagno per Cosa Nostra. Il controllo capillare del mercato, l’imposizione di prezzi e percentuali ai venditori al dettaglio, e i rapporti con la ‘ndrangheta hanno permesso un accumulo consistente di denaro. Nonostante alcuni “uomini d’onore” di vecchio stampo prendano le distanze dal traffico di droga, non ne disdegnano i profitti: “Stai attento ah, perché oggi domani, io vedi per ‘ste cose non mi ci sono mischiato mai, non ci sono entrato mai, non è che mi voglio andare ad infangare poi con un po’ di fanghi. Tu gli dici: ‘lascia qualche cosa per … per il paese, … per i cristiani, gli dici … che hanno di bisogno”. Il boss di Tommaso Natale, intercettato, discuteva di un grosso carico di droga in arrivo: “Mi senti, sta arrivando questo coso a fine … la settimana entrante … e ti devi organizzare per dove posarlo cose e poi smistarlo … in quattro, cinque colpi non te lo piazzi tu questo coso? Vi faccio comandare Palermo”.

Reclutamento di Nuovi Affiliati

Cosa Nostra continua a reclutare nuovi affiliati. La famiglia di Corso Calatafimi ha reclutato un giovane per riscuotere il pizzo, sottoponendolo a un’opera di indottrinamento da parte del reggente Paolo Suleman: “Vieni qua che ti insegno, ti comincio a insegnare qualche cosa, tu senti parlare a me! Devi essere scaltro, umile, fai parlare sempre a lui, l’ultima versione è sua. Apriti gli occhi, Sai fare che se semini bene raccogli ora tu vieni con me e ti faccio vedere come si fa!”. Anche nel mandamento di Santa Maria di Gesù si è registrato l’ingresso di un nuovo affiliato, Guido, descritto come “bravo” e “con questa vita nel sangue”. Infine, Salvatore Scaduto, figlio dell’ergastolano Giovanni e nipote di Michele Greco “il papa”, sarebbe stato prossimo all’affiliazione.

Il Legame Indissolubile

L’indagine ha confermato l’importanza del vincolo associativo in Cosa Nostra, paragonato da un boss al matrimonio: “Cosa nostra? ta maritasti sta mugghieri e ta puorti finu a vita”. Alcuni affiliati esprimono orgoglio per l’appartenenza all’organizzazione, presentandola come una scelta ideologica: “Non ho mai creduto io nella cosa nostra ai fini di scopo di lucro, io ho sempre pensato che a me … per nobili principi per me questo è quello che è cosa nostra … ci ho sempre creduto dal profondo del mio cuore”.

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