Colpo alla mafia di Palermo, confiscati beni per 4 milioni

La Corte d’Appello di Palermo ha emesso un provvedimento di confisca definitivo nei confronti degli eredi di un uomo legato al mandamento mafioso di Resuttana, deceduto dopo essere stato oggetto di indagini da parte della Guardia di Finanza.
L’indagine “Apocalisse” e il sequestro iniziale
L’operazione, denominata “Apocalisse”, condotta dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza tra il 2014 e il 2015, si è concentrata sulle attività economico-patrimoniali del soggetto, fratello di un esponente di vertice del mandamento mafioso di Resuttana. Le indagini miravano a verificare il tenore di vita dell’uomo e a individuare eventuali beni e risorse finanziarie di provenienza illecita. A seguito di queste verifiche, nel 2019, era stata proposta e ottenuta una misura di prevenzione patrimoniale nei confronti degli eredi, con il sequestro di immobili, conti correnti e società.
Il coinvolgimento nelle dinamiche mafiose
Le indagini hanno evidenziato la stretta relazione tra i due fratelli e il loro coinvolgimento nelle attività criminali del mandamento mafioso di Resuttana, compresa la loro vicinanza ai vertici storici dell’organizzazione. Nonostante i tentativi del soggetto, poi deceduto, di occultare i suoi legami con la mafia e il supporto fornito all’organizzazione, le indagini hanno dimostrato il suo ruolo attivo nelle dinamiche mafiose, dalle quali aveva tratto profitto accumulando un ingente patrimonio mobiliare e immobiliare.
Il reimpiego di denaro illecito
Gli investigatori hanno documentato un continuo flusso di denaro tra gli eredi, finalizzato al reimpiego di proventi illeciti e all’occultamento della loro origine criminale. Questo reimpiego, aggravato dall’utilizzo di attività imprenditoriali per agevolare l’associazione mafiosa, ha contribuito a consolidare il quadro accusatorio.
Le misure cautelari e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia
Nel corso degli anni, l’uomo era stato destinatario di due ordinanze di custodia cautelare per associazione di stampo mafioso. La sua appartenenza all’organizzazione criminale è stata ulteriormente confermata dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, che hanno fornito dettagli sul suo ruolo e sulle sue attività illecite.
La confisca definitiva dopo il ricorso
Il sequestro del 2019, disposto dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, è stato oggetto di un ricorso presentato dalla difesa degli eredi, che ha ottenuto il dissequestro di alcuni beni. Tuttavia, la Corte d’Appello di Palermo ha ora emesso una confisca definitiva, ponendo fine alla vicenda giudiziaria. La confisca riguarda il capitale sociale di tre società edili, 26 immobili tra le province di Palermo e Udine (per un valore di circa 4 milioni di euro) e 16 conti correnti (per un valore di circa 200 mila euro).