Trionfo DOP e IGP in Sicilia, l’olio traina l’eccellenza siciliana
Report ISMEA: il settore DOP e IGP in Sicilia cresce del 2,2% nel 2023, trainato dall’olio. Preoccupazioni per la siccità

L’isola si conferma un punto di riferimento per le eccellenze agroalimentari italiane, con una crescita del 2,2% nel valore dei prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e a Indicazione Geografica Protetta (IGP) nel 2023. Un risultato significativo, considerando le avversità climatiche che hanno caratterizzato l’anno, tra siccità persistente, temperature elevate e peronospora. Il report pubblicato dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) fotografa un settore in salute, capace di reagire alle difficoltà e di consolidare la propria posizione sul mercato nazionale e internazionale. La Sicilia si posiziona al quarto posto in Italia per crescita, seguendo Sardegna, Abruzzo e Campania, a dimostrazione della vitalità e della resilienza del suo comparto agroalimentare.
## L’olio IGP siciliano: un’eccellenza che traina il settore
Il valore complessivo generato dai marchi certificati in Sicilia ha raggiunto i 550 milioni di euro, con un incremento di circa 10 milioni rispetto all’anno precedente. Il settore alimentare ha giocato un ruolo chiave in questa crescita, registrando un aumento del 14,4%, pari a 15 milioni di euro. Tra i prodotti di punta, l’olio IGP siciliano si distingue per una performance eccezionale, con un aumento del valore del 37%, raggiungendo i 14 milioni di euro. Un successo ancora più rilevante se si considera la riduzione della produzione dovuta alla siccità, con un ammanco di quasi 100 tonnellate di olive rispetto all’anno precedente. Questo risultato conferma la qualità e l’apprezzamento per l’olio siciliano, un prodotto che rappresenta un’eccellenza del territorio.
Ortofrutta: tra conferme e nuove sfide
Il comparto ortofrutticolo siciliano presenta un quadro a luci e ombre. Da un lato, si registrano le ottime performance dell’Arancia Rossa di Sicilia e del Limone di Siracusa, con aumenti rispettivamente del 13% (17 milioni di euro) e del 24% (11 milioni di euro). Dall’altro, il Pomodoro di Pachino ha subito una flessione dell’1,2%, pur mantenendo la seconda posizione in Italia per la categoria ortofrutta, con un impatto economico di 61 milioni di euro. La “DOP economy” siciliana conta 18.347 operatori e si colloca all’undicesimo posto a livello nazionale. A livello provinciale, Trapani e Agrigento si confermano leader del settore, con valori rispettivamente di 249 e 106 milioni di euro, seguite da Palermo con 61 milioni.
Il futuro del settore: tra ottimismo e preoccupazione
Nonostante i dati positivi del 2023, la siccità che ha colpito duramente l’isola getta un’ombra di preoccupazione sul futuro del settore agroalimentare siciliano. Gli agricoltori, pur consapevoli dei risultati raggiunti, guardano con apprensione alle prossime stagioni. Vito Amantia, agrumicoltore della Piana di Catania, prevede un raccolto di Arance Rosse IGP 2024-2025 inferiore alle aspettative a causa delle dimensioni ridotte dei frutti, conseguenza diretta della scarsità d’acqua. Questa situazione potrebbe comportare perdite economiche significative per le aziende agricole. Anche il settore dell’Uva da Tavola IGP di Canicattì si prepara ad affrontare difficoltà a causa della riduzione del raccolto, stimata intorno al 35%. In controtendenza, il settore dell’olio extravergine IGP si mostra più ottimista, confidando nella fidelizzazione del proprio target di riferimento, principalmente l’alta ristorazione, e nella capacità di resistere alle fluttuazioni del mercato. Il futuro del settore agroalimentare siciliano dipenderà dalla capacità di adattamento alle nuove sfide climatiche e dalla capacità di investire in innovazione e sostenibilità.