Mafia, per il boss di Misilmeri pena da ricalcolare

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La Cassazione ordina di ricalcolare le condanne per Pietro Formoso e altri tre imputati. Dovranno essere ricalcolate le condanne per Pietro Formoso, 75enne considerato il boss di Misilmeri, e per altri tre imputati nel processo scaturito dall’operazione “Gioielli di famiglia” su mafia ed estorsioni: Lorenzo D’Arpa, Vincenzo Meli e Angelo Lo Cascio. Lo ha stabilito la Cassazione, disponendo che alcuni aspetti della precedente sentenza di secondo grado vengano riesaminati da un’altra sezione della Corte d’Appello.

Come riportato dal Giornale di Sicilia, in primo grado Formoso era stato condannato a 12 anni. Ora i giudici dovranno valutare se possa beneficiare del vincolo della continuazione tra i reati, grazie al quale chi è stato condannato in processi diversi può ottenere uno sconto complessivo della pena.

Secondo le accuse, Formoso era referente per il traffico internazionale di droga e per le estorsioni ai danni di imprenditori locali. Avrebbe anche autorizzato nuove affiliazioni alla cosca. Le intercettazioni avevano poi fatto emergere interessi del boss nel commercio di gioielli, champagne e carne imposta nei supermercati del Palermitano.

Per D’Arpa invece la difesa è riuscita a dimostrare l’insussistenza dell’accusa di concorso esterno a Cosa Nostra. Stesso verdetto per Meli e Lo Cascio, per i quali però si dovrà tornare in aula per escludere l’aggravante mafiosa. Respinti invece i ricorsi di altri due imputati, mentre è stato dichiarato inammissibile quello dell’ex ispettore Francesco Paolo Migliaccio.

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