Confiscati beni per 26 milioni di euro all’imprenditore Rosario Castello

I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito un decreto di confisca del patrimonio dell’imprenditore Rosario Castello, classe 1952, divenuto definitivo con sentenza della Corte di Cassazione. Il valore complessivo dei beni confiscati ammonta a oltre 26 milioni di euro.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della DDA locale, nei confronti di un noto imprenditore attivo nel settore del commercio di auto di lusso. Castello era già stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, in quanto considerato a disposizione di Cosa Nostra.

In particolare, l’imprenditore aveva fornito un contributo al mantenimento dell’organizzazione criminale procurando auto pulite per i boss latitanti, mettendo a disposizione luoghi sicuri per riunioni tra uomini d’onore e facendo da prestanome per famiglie mafiose nell’acquisto di immobili.

Le indagini patrimoniali del GICO della Guardia di Finanza hanno rilevato una sproporzione tra i redditi dichiarati da Castello e dalla sua famiglia rispetto al patrimonio accumulato negli anni, costituito anche da attività commerciali gestite in comunione di interessi con Cosa Nostra.

Nel 2014 il Tribunale dispose il sequestro dei beni, confermato ora con la confisca definitiva di 3 società, 4 fabbricati commerciali, 2 ville di pregio, 15 rapporti bancari e finanziari, per un valore complessivo di oltre 26 milioni.

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