Nove arresti a Brancaccio, per fermare sul nascere una possibile guerra di mafia dopo l’omicidio di Giancarlo Romano, ucciso lunedì scorso in un agguato in cui è rimasto ferito anche Alessio Salvo Caruso. La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha delegato alla Squadra Mobile e alla Sezione Investigativa dei carabinieri del ROS di eseguire una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 8 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di stupefacenti e detenzione illegale di armi. Un nono soggetto è stato arrestato dai carabinieri.
Le indagini erano già in corso da tempo e coinvolgevano lo stesso Romano. L’inchiesta ha riguardato il territorio di Brancaccio e le famiglie mafiose del mandamento Brancaccio-Roccella-Corso dei Mille, delineando i nuovi assetti criminali dopo gli ultimi blitz che avevano colpito Cosa Nostra palermitana.
Sarebbero emersi numerosi casi di estorsione ai danni di attività commerciali di vario tipo, dalle officine agli alberghi fino ai venditori ambulanti, con il classico sistema del pizzo imposto con la minaccia e l’intimidazione. Inoltre, è stato documentato il controllo delle piazze di spaccio, in particolare nel quartiere Sperone, dove il clan avrebbe imposto il pagamento di una tangente mensile per poter spacciare.
Gli arresti mirano a bloccare sul nascere una possibile guerra tra clan rivali per il controllo degli affari illeciti, in particolare nel settore delle scommesse online abusive. Proprio contrasti in questo lucroso business illegale sarebbero all’origine dell’omicidio di Romano e del tentato omicidio di Caruso, entrambi coinvolti nelle indagini. L’agguato sarebbe stato compiuto dalla famiglia mafiosa Mira per eliminare possibili rivali.