Parenti pedofili e silenzi: «Mio zio e mio nonno si sono spogliati e mi hanno svegliata»
I fatti di cronaca legati a violenze sessuali vicino a Monreale, il ruolo della scuola e le testimonianze drammatiche delle vittime

Non a Monreale, e nemmeno in una delle sue frazioni sarebbero avvenute le violenze raccontate sulle pagine di cronaca di tutte le testate giornalistiche. Poco cambia però riguardo alla gravità dei fatti e allo sconcerto che da essi ne derivano. I fatti, diversamente da quanto riportato da tutti i giornali, non si sarebbero consumati in una casa che si trova all’interno del Comune di Monreale, ma di un altro comune che poco dista dalla nostra città. Ovviamente non è possibile dire quale, per motivi di riservatezza e per tutelare le vittime.
La scuola e l’indagine: il racconto delle vittime e l’avvio delle indagini
Intanto emergono altri particolari, nuovi dettagli di questa triste storia fatta di degrado culturale, segno tangibile di una società che ingurgita i deboli. Per fortuna c’è la scuola che, ancora oggi, tanta di arginare la piena. E proprio dalla scuola è partita l’indagine dei carabinieri. La tredicenne, vittima degli abusi, aveva 9 anni quando in famiglia ha iniziato a essere oggetto delle morbose attenzioni dei familiari. Fuori dalla classe si è confidata con un’insegnate: «Accadono cose troppo brutte in famiglia cose che non si possono ripetere». Poi il racconto delle brutalità: «Cose troppe brutte con mio nonno e mio zio paterni». E ancora: «Cose accadute da quando avevo 9 anni».
Blitz dei carabinieri: provvedimenti cautelari per i responsabili
La madre non avrebbe mai fatto nulla per fermare le violenze. Anche il padre avrebbe abusato della ragazza. La scuola fa la segnalazione, partono le indagini dei carabinieri che ieri hanno fatto il blitz in un paese dell’hinterland di Monreale. Come riporta La Repubblica, le indagini della procura diretta da Maurizio de Lucia hanno fatto scattare una misura cautelare in carcere per il padre (già detenuto per altri reati), per il nonno e lo zio. In cella è finita anche la madre che avrebbe avallato la violenza con i suoi silenzi. Vittima, pure la sorella più grande, che oggi ha 20 anni: convocata in caserma, ha prima negato, poi ha ammesso di avere subito pure lei abusi e violenze da parte del nonno e dello zio.
Le testimonianze drammatiche delle vittime: il dolore e le pressioni subite
La segnalazione della scuola è partita nel marzo scorso. Nel giro di un mese la più piccola delle vittime è stata trasferita in comunità, così come altri tre fratellini. I familiari hanno capito. E qualcuno ha tentato di fare pressioni sulla ragazza che per prima aveva denunciato. “Deve cambiare versione — sussurravano gli indagati nelle intercettazioni — deve negare tutto».
Il racconto delle giovani vittime è drammatico. La violenza sessuale avveniva nella casa del nonno dove c’era anche lo zio. «Quando sono triste faccio un bel respiro — ha raccontato la vittima più piccola — per buttare fuori i pensieri brutti e respirare il profumo delle cose belle». Aggiungeva: «Sono cose che non si possono dimenticare». Ai Carabinieri ha poi raccontato: «Una volta, mentre stavo dormendo dopo pranzo, mio zio e mio nonno si sono spogliati e mi hanno svegliata». «Mio padre si è arrabbiato tantissimo con il nonno e con lo zio quando gli ho raccontato cos’era accaduto. Ma poi è successo di nuovo. E di nuovo. Io poi ho detto basta. Ma al mio compleanno, mio nonno mi ha dato un bacio in bocca e io gli ho dato uno schiaffo ed è successo un casino».
«Una volta, è uscito nudo dal bagno. Io sono scappata». Ogni volta, la ragazza raccontava tutto ai genitori: «Loro si arrabbiavano, ma poi non succedeva nulla. Anzi, abusavano pure di mia sorella più grande». «Il nonno si giustificava in famiglia — ha detto una delle vittime — dicendo che nostro padre non era suo figlio».