Emergono nuovi particolari nell’inchiesta della Guardia di Finanza di questa mattina che ha messo in luce un presunto sistema di truffe nel settore del vino. A Partinico scatta il sequestro della “San Domenico Vini srl”.
E’ Live Sicilia che svela i nomi degli indagati. Si tratta di Ottavio Lo Cricchio, commerciante vitivinicolo partinicese, Fernando Noto e Antonino Polizzi, il primo amministratore di fatto e gli altri di diritto della cantina; Giovanni Groppuso e Ciro Luca Ligotino, coloro che avrebbero reperito sul mercato lo zucchero grezzo per poi trasformarlo nello sciroppo da aggiungere nelle bottiglie con etichette Doc e Igt.
Lo Cricchio, 56 anni, in particolare, è stato indagato in passato con particolare riguardo all’emissione e all’utilizzo di false fatturazioni, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, associazione per delinquere, anche di tipo mafioso, e violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale.
Gli indagati, a vario titolo, sono accusati di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine. L’indagine delle Fiamme Gialle, coordinata dal Procuratore Aggiunto Sergio Demontis e dal Sostituto Procuratore Vincenzo Amico, è partita dalla scoperta di alcuni grossi carichi di zucchero. Il prodotto sarebbe stato utilizzato per sofisticare il vino, poi smerciato in tutta Italia. Una ditta di Alessandria inviava a Partinico lo sciroppo di glucosio. Dalla Campania partiva lo zucchero grezzo.
I controlli si sono estesi alla “Cantina sociale terre del sud”, alla Cantina Primeluci srl” e alla “Lariana Wine Trading srl” che avrebbero partecipato alle operazioni ideate da Lo Cricchio.
Sono stati sequestrati 250 quintali di zucchero solido, 300 ettolitri di zucchero già sciolto in acqua, oltre 37 mila ettolitri di vini e mosti con indicazioni geografiche o denominazioni di origine contraffatti nonché sofisticati con zucchero e acqua.
In pratica, lo zucchero arrivava nel laboratorio clandestino. Qui veniva effettuata la miscelazione con acqua, ottenendo così un composto liquido strumentale alla preparazione di falsi vini e mosti. Dopo la miscelazione, il prodotto liquido ottenuto era destinato a uno stabilimento enologico di Partinico, ove hanno sede le imprese vinicole coinvolte nell’attività illecita, che poi vendeva i vini e mosti contraffatti e sofisticati ai vari clienti.