Sono in tutto tre i casi di bambini affetti da sindrome di Kawasaki post infezione da Covid-19 a Palermo. Lo ha confermato all’Ansa Angelo Ravelli, segretario gruppo di studio di Reumatologia della Società Italiana di Pediatria (Sip) e direttore della clinica pediatrica e reumatologia dell’Ospedale Gaslini di Genova.
L’esperto si sta occupando di raccogliere tutti i casi di sindrome di Kawasaki e simil Kawasaki della seconda ondata di coronavirus in Italia. “Sono in tutto 36 quelli di cui abbiamo avuto notizia da ottobre a oggi – spiega -: 3 a Palermo, 5 a Napoli, 2 a Messina, 1 a Firenze, 1 a Perugia, 3 a Genova, 1 a Brescia, 2 a Padova, 1 a Reggio Emilia 3 a Torino, 8 a Milano, 1 a Bolzano, 1 a Rimini e 1 a Bari”.
Di questi 36 casi, il 50% avrebbe riportato sintomi della malattia Kawasaki classica, mentre la rimanente avrebbe accusato sintomi più aggressivi dettisindrome infiammatorie multiorgano, o simil Kawasaki, che interessa anche il cuore, provocando miocarditi che possono richiedere il ricovero in rianimazione. Non sono causate direttamente dall’infezione da Sars-Cov-2 ma sono reazioni iperinfiammatorie post infettive indotte dalla risposta immunitaria anomala, facilitata da fattori di rischio o predisposizione genetica.
Durante la prima puntata di covid-19 furono 149 i casi riportati di cui circa due terzi erano Kawasaki mentre il restante è stato assimilato a simil Kawasaki. Fino ad oggi “nessun decesso si è verificato in Italia per questo motivo. Nei casi più gravi si interviene anche con il cortisone endovena a alte dosi oltre che con le immunoglobuline” .
Ma quali sono i sintomi che devono mettere in allerta i genitori e i medici? Tra i campanelli di allarme ci sono febbre elevata, che non risponde ad antibiotici,congiuntiviti, fissurazione delle labbra e lingua a fragola, in alcuni casi è possibile riscontrare mani e piedi gonfi e ingrossamento delle ghiandole alla base del collo. Nei casi di simil Kawasaki – aggiunge l’esperto – si possono riscontrare vomito diarrea, dolori addominali, e tachicardia, fino al collasso”.