Borgo Nuovo, a fuoco un alloggio popolare sgomberato: poi un boato sotto casa dell’assessore Ferrandelli

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Un’escalation di violenza che sa di avvertimento. Palermo vive ore di altissima tensione dopo due episodi gravissimi che sembrano legati da un unico, inquietante filo rosso: la lotta per la legalità nell’assegnazione delle case popolari. Una notte di fuoco e paura, culminata con un boato che ha scosso la zona dell’abitazione di Fabrizio Ferrandelli, assessore comunale all’Emergenza abitativa.

Tutto è iniziato nel quartiere Borgo Nuovo. Un appartamento di via Bronte, recentemente liberato da occupanti abusivi e pronto per essere consegnato a una famiglia che ne aveva diritto, è stato prima vandalizzato e poi dato alle fiamme. L’incendio, di chiara matrice dolosa, ha divorato l’immobile nella tarda serata di ieri, costringendo gli altri residenti della palazzina a fuggire in strada, spaventati. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco per domare il rogo e le forze dell’ordine per avviare le indagini.

Solo poche ore prima, era stato lo stesso assessore Ferrandelli a denunciare pubblicamente, con un video sui social, lo stato in cui era stata ridotta la casa. Un vero e proprio “sfregio”, come lo ha definito: porte divelte, muri abbattuti a colpi di mazza, sanitari distrutti. Un atto di pura devastazione, compiuto con l’evidente scopo di rendere l’alloggio inagibile e impedire la consegna alla famiglia legittima assegnataria, prevista proprio per questa mattina.

Poche ore dopo l’incendio, un altro segnale, ancora più diretto e minaccioso. Un forte boato ha rotto il silenzio della notte nei pressi della residenza privata dell’assessore Ferrandelli. Si sarebbe trattato di una bomba carta di grossa potenza, esplosa a breve distanza. Fortunatamente, l’esplosione non ha causato danni a persone o cose, ma il messaggio intimidatorio appare inequivocabile.

La sequenza degli eventi – la denuncia pubblica della devastazione, l’incendio e infine l’esplosione – lascia pochi dubbi agli inquirenti sulla natura degli episodi. Si profila una strategia della tensione messa in atto da chi si oppone con la violenza al ripristino delle regole nella gestione del patrimonio immobiliare pubblico. Un attacco frontale non solo a un amministratore, ma all’intera azione del Comune per garantire il diritto alla casa a chi ne ha davvero bisogno.

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