Una svolta cruciale potrebbe imprimere una direzione decisiva alle indagini sull’omicidio di Paolo Taormina, il ventenne assassinato nella notte tra sabato e domenica scorsi nel cuore di Palermo. Gli investigatori della Squadra Mobile avrebbero infatti dato un nome e un volto al testimone chiave di quella tragica serata: il ragazzo che, secondo le prime ricostruzioni, subì la prima aggressione davanti al pub “O Scruscio”, a pochi passi dal Teatro Massimo.
La sua testimonianza è ora considerata un tassello fondamentale per dipanare la matassa di violenza che ha portato alla morte del giovane gestore del locale di famiglia. L’uomo, che sarà ascoltato a breve dagli inquirenti, potrebbe finalmente chiarire la dinamica esatta dei fatti, ancora parzialmente avvolta dalla nebbia.
Sotto la lente degli inquirenti ci sono le immagini, in bianco e nero e non del tutto nitide, di un sistema di videosorveglianza della zona. Nel filmato si distingue una rissa, durante la quale un giovane con un gilet bianco sembra essere colpito da una bottiglia mentre cerca di difendersi. Proprio quel ragazzo sarebbe il testimone appena identificato, la cui versione dei fatti potrebbe confermare o smentire quanto emerso finora.
Nonostante il caos iniziale mostrato dalle telecamere, l’ipotesi investigativa più accreditata resta quella dell’omicidio volontario, eseguito con fredda lucidità. Gli inquirenti, infatti, mantengono ferma la convinzione che a spezzare la vita di Paolo Taormina sia stato Gaetano Maranzano, con un colpo di pistola letale esploso a bruciapelo alla nuca. Un’esecuzione spietata che ora, grazie a questa nuova testimonianza, potrebbe trovare il suo tassello mancante per completare il quadro accusatorio.