Invocato l’esercito a Palermo, ormai è una guerra

Omicidio a Palermo, la politica reagisce unita: dal Comune la richiesta di esercito in strada e interventi per i giovani
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Palermo – La morte assurda di Paolo Taormina, il ragazzo di 21 anni ucciso nel tentativo di sedare una rissa davanti al locale di famiglia, ha squarciato il velo di una città ferita e spaventata. Il giorno dopo la tragedia, mentre Palermo si stringe attorno a una famiglia distrutta dal dolore, dal mondo politico si leva un coro unanime di condanna e una richiesta pressante di intervento. Le parole, però, pur simili nella forma, nascondono sfumature diverse su quale sia la vera cura per una violenza giovanile che sembra ormai fuori controllo.

La richiesta più forte e immediata, che attraversa quasi tutti gli schieramenti, è quella di un pugno di ferro. “Serve un intervento immediato e deciso da parte dello Stato”, tuona Domenico Bonanno, capogruppo della DC, che senza mezzi termini chiede “l’esercito nelle strade e nei luoghi sensibili”. Una visione condivisa dal collega di partito Natale Puma, che ha già scritto al sindaco Lagalla per sollecitare un tavolo operativo urgente con Prefetto e vertici delle Forze dell’Ordine. L’obiettivo? “Fermare la circolazione di armi tra i giovani e prevenire altre tragedie”. Sulla stessa linea si pone Dario Chinnici (Lavoriamo per Palermo), che parla di una “morte assurda e ingiustificabile che esige una risposta forte e unitaria”, invocando una sinergia con il governo nazionale per “l’impiego dell’Esercito e il potenziamento delle forze dell’ordine”.

Ma è davvero sufficiente riempire le strade di divise? Se da un lato la richiesta di sicurezza è trasversale, dall’altro emerge con forza la consapevolezza che la sola repressione non possa essere la soluzione. Lo stesso Bonanno ammette che all’azione di contrasto “deve affiancarsi un intervento altrettanto deciso sul piano sociale, culturale ed educativo”.

Palermo sta vivendo una vera e propria emergenza educativa e sociale, frutto di un disagio profondo, un abbandono strutturale, una solitudine collettiva che alimenta rabbia.

Questo secondo aspetto è il cuore della posizione espressa da tutti i gruppi di opposizione in Consiglio comunale. In una nota congiunta, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, AVS, Oso e Gruppo Misto accolgono con favore il lutto cittadino proclamato dal sindaco, ma avvertono: “Non può bastare”. Per loro, Palermo sta vivendo una “vera e propria emergenza educativa e sociale”, un tema su cui giace da tempo una loro mozione inascoltata. Per questo, oltre a chiedere un incontro con il Prefetto, spingono per la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio comunale.

A dare concretezza a queste istanze è il Vice Presidente Vicario del Consiglio, Giuseppe Mancuso, che elenca una serie di proposte operative che vanno oltre la semplice sorveglianza: “Perquisizioni a tappeto nei quartieri noti per sequestrare armi”, ma anche “centri serali di aggregazione e ascolto per i giovani, tirocini e inserimenti lavorativi per chi è a rischio, e sostegno psicologico gratuito”.

Il quadro che emerge è quello di una politica locale scossa, unita nel cordoglio e nell’allarme, ma che ora deve dimostrare di saper passare dalle parole ai fatti. Tra chi invoca prima l’uniforme e chi prima l’educatore, la città attende risposte concrete per non dover piangere un altro dei suoi figli.

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Giornalista pubblicista, direttore responsabile di DirettaSicilia.it e Monrealelive.it. Collaboratore di varie testate, tra cui BlogSicilia.it, SiciliaFan.it e donnaclick.it
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