Cronaca

Mafia, revocata la confisca a Ferdico: “Restituiti beni per 100 milioni di euro”

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Si chiude un capitolo lungo tredici anni e ben sei gradi di giudizio. Con una decisione diventata definitiva, la sezione Misure di prevenzione della Corte d’Appello di Caltanissetta ha messo la parola fine alla complessa vicenda giudiziaria di Giuseppe Ferdico, noto a Palermo come “il re dei detersivi”. L’imprenditore rientra in possesso del suo intero patrimonio, un impero dal valore stimato di circa 100 milioni di euro, che era stato oggetto di confisca.

La Procura di Caltanissetta ha scelto di non presentare ricorso in Cassazione, rendendo così irrevocabile il verdetto della corte presieduta dal giudice Marco Sabella. Tornano dunque nella piena disponibilità di Ferdico il più grande centro di distribuzione della Sicilia occidentale, quattro importanti centri commerciali, una ventina di supermercati, oltre a ville, appartamenti, terreni e numerosi conti correnti. Un patrimonio costruito in decenni di attività, che al momento del sequestro dava lavoro a oltre 500 dipendenti.

La vicenda giudiziaria di Ferdico è stata un vero e proprio labirinto legale. L’imprenditore era stato accusato di essere stato in affari con esponenti di spicco di Cosa Nostra: prima, tra gli anni ’80 e ’90, con le famiglie mafiose dell’Acquasanta e dell’Arenella (i Galatolo e i Fontana), e successivamente, negli anni 2000, con il clan di Tommaso Natale, guidato dal boss Salvatore Lo Piccolo.

Tuttavia, dal processo penale per concorso esterno in associazione mafiosa, Ferdico era uscito completamente pulito, con un’assoluzione definitiva sancita il 29 giugno del 2022. Il cuore della questione, sollevato dalla stessa Cassazione che aveva ordinato un nuovo esame a Caltanissetta, risiedeva proprio in questa palese contraddizione: come poteva un uomo, assolto dall’accusa di essere vicino alla mafia, subire comunque una misura di prevenzione patrimoniale così pesante?

È stato proprio questo paradosso a portare alla revoca della confisca, che era stata disposta inizialmente dal tribunale di Palermo nel 2017 e confermata in appello nel 2021.

Grande soddisfazione è stata espressa dai legali dell’imprenditore, gli avvocati Roberto Tripoli e Luigi Miceli, che lo hanno difeso in questa lunga battaglia. “Abbiamo sempre creduto che le accuse rivolte al signor Ferdico, sia in sede penale che in sede di prevenzione, fossero infondate”, hanno dichiarato. “Continuiamo a ritenere che la confisca di prevenzione senza condanna sia incompatibile con uno stato di diritto”. Una vittoria, la loro, che non è solo personale per il loro assistito, ma che solleva un importante interrogativo sul piano del diritto.

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Redazione Web

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