Un business da mezzo milione di euro nei campi di Partinico: cosa si nascondeva tra le piante

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PARTINICO – Sembrava un’azienda agricola all’avanguardia, una delle tante nate in Sicilia sull’onda del mercato legale della canapa light. Insegne, coltivazioni a norma e un’apparenza di totale legalità. Ma dietro quella facciata “green” si nascondeva un business illecito da oltre mezzo milione di euro. Un’ingegnosa copertura smascherata dalla Polizia di Stato di Partinico, che ha portato a quattro arresti domiciliari e due obblighi di dimora.

L’operazione, denominata “Purple” e coordinata dalla Procura di Palermo, ha svelato l’astuto stratagemma del gruppo. Tra i filari di canapa “light” del tipo Purple, perfettamente legale, venivano mimetizzate ad arte piante di canapa indiana con un principio attivo elevatissimo. Se la legge impone un limite di THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) inferiore allo 0,6% per la canapa legale, le piante sequestrate raggiungevano picchi tra il 12% e il 20%, trasformandole a tutti gli effetti in potente sostanza stupefacente destinata ai mercati illegali.

Le indagini, durate da dicembre 2023 a giugno 2024, hanno ricostruito l’intera filiera di questo sodalizio criminale. Non si trattava di improvvisati, ma di un’organizzazione ben strutturata dove ognuno aveva un ruolo preciso e intercambiabile, sfruttando competenze specifiche nel settore agricolo. Dalla coltivazione alla raccolta, dall’essiccazione al confezionamento, fino alla distribuzione: ogni fase era curata nei minimi dettagli. L’attività investigativa si è avvalsa non solo di metodi tradizionali come pedinamenti e osservazioni, ma anche di complesse intercettazioni telefoniche e telematiche che hanno permesso di delineare l’organigramma e le operazioni del gruppo, attivo principalmente tra Partinico, Cinisi e Trappeto.

Il blitz della polizia ha portato al sequestro di diverse centinaia di chili di marijuana, interrompendo un flusso di droga che avrebbe fruttato guadagni enormi. L’operazione “Purple” ha così smantellato una rete criminale che, con grande abilità, aveva tentato di sfruttare le maglie di un mercato legale per mascherare un’attività illecita su larga scala, trasformando i campi agricoli del partinicese in una redditizia fabbrica di droga a cielo aperto.

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