Un sistema organizzato, quasi una prassi quotidiana. Mentre il badge risultava regolarmente timbrato, la loro giornata lavorativa si svolgeva altrove: al mercato, in enoteca, dal meccanico, a passeggio con il cane e persino nei cantieri edili per svolgere lavori privati. Una vera e propria bufera si è abbattuta sul Comune di Favara, dove 33 dipendenti sono stati iscritti nel registro degli indagati al termine di una complessa inchiesta per assenteismo condotta dai Carabinieri.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Agrigento nella persona del pm Gloria Andreoli, si è ufficialmente conclusa in questi giorni con la notifica degli avvisi agli interessati. Si tratta di un atto che prelude quasi certamente alla richiesta di rinvio a giudizio. Le accuse, pesantissime, sono di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato.
Secondo quanto ricostruito dai militari della Tenenza di Favara, che hanno lavorato per mesi con pedinamenti, appostamenti e intercettazioni, il meccanismo era tanto semplice quanto diffuso. Tra l’estate del 2022 e il marzo successivo, sarebbero stati documentati centinaia di episodi. C’era chi si scambiava il badge con il collega per coprirsi a vicenda e chi, dopo aver timbrato, lasciava l’ufficio per dedicarsi alle più svariate commissioni personali.
Il campionario delle attività svolte in orario di servizio è vasto: dalla spesa al mercato o dal fruttivendolo, alla visita al cimitero, passando per momenti di preghiera in chiesa. Tra i casi più eclatanti, quello di una coppia di coniugi, entrambi dipendenti comunali: lui, un geometra, è stato sorpreso a portare a spasso il cane mentre la moglie gli timbrava il cartellino con oltre un’ora di ritardo sull’orario d’ingresso. Un altro dipendente, un ispettore della polizia municipale, è accusato di essersi assentato più volte per recarsi a casa, dal meccanico o per eseguire lavori edili nella propria abitazione.
L’inchiesta, partita nel 2020 dopo l’acquisizione di alcuni documenti sospetti in municipio, ha svelato una rete che coinvolge figure a vari livelli dell’amministrazione comunale: custodi, giardinieri, impiegati amministrativi, assistenti e persino un dirigente. Ora i 33 indagati avranno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati, nel tentativo di chiarire la propria posizione.