PARTINICO – Sembra ieri, e invece sono passati vent’anni. Un soffio, una vita intera. Per i ragazzi della 5ª C del Liceo Scientifico “Peppino e Felicia Impastato” di Partinico, il tempo si è fermato per una sera, tornando a quell’estate del diploma, a quei volti pieni di sogni e a quell’incertezza del futuro che oggi è diventata presente.
Si sono ritrovati “tutti belli freschi e pettinati”, come ha scherzato qualcuno, ed era proprio vero. Al ristorante “Il Camino” di Borgetto, hanno messo in pausa le loro vite da adulti – fatte di lavoro, famiglie e responsabilità – per tornare a essere semplicemente i compagni di classe di un tempo. Da Cinisi, Terrasini, Partinico, Borgetto e Montelepre, hanno risposto tutti “presente”, annullando ancora una volta le distanze geografiche, proprio come facevano ogni mattina per raggiungere la scuola.
In questi due decenni, le loro strade si sono divise. C’è chi ha realizzato il sogno di salire in cattedra, magari ispirato da quei professori di cui, un tempo, si facevano le imitazioni. E come dimenticare quelle di Dario, diventate un vero “marchio di fabbrica” della classe, ricordate tra le risate generali. C’è chi ha intrapreso carriere diverse, chi ha costruito una famiglia e chi, in quella classe, ha trovato persino l’amore della vita. È la storia di Giuseppe e Sabrina e di Salvo e Annalisa, che da compagni di banco sono diventati marito e moglie, la testimonianza più bella di un legame nato tra i libri di latino e le equazioni di matematica.
La serata è stata un fiume in piena di aneddoti, un mosaico di ricordi che si è ricomposto pezzo dopo pezzo: le prime uscite di gruppo, le giornate trascorse nella allora nuova sede del liceo, i volti dei docenti che hanno segnato il loro percorso.
Più di una semplice cena, la reunion della 5ª C è stata la dimostrazione potente di come la scuola pubblica, quella vissuta sui banchi e nei corridoi, sia stata un collante sociale straordinario. Un’esperienza che ha forgiato un’amicizia autentica, capace di resistere alle sfide della vita e di ritrovarsi, vent’anni dopo, con la stessa complicità e leggerezza di allora. Un legame che non conosce confini, né il passare del tempo.