Enogastronomia

Prima la carezza, poi griglia l’aragosta che si muove ancora sulla brace, polemica a Modica

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Modica – Un video di pochi secondi è bastato per scatenare un vero e proprio uragano mediatico. Protagonista, suo malgrado, è Carmelo Ferreri, noto chef di un ristorante a Marina di Modica, finito al centro di una rovente polemica social. La “colpa”? Aver mostrato la preparazione del suo piatto forte, gli spaghetti con l’aragosta, a partire dalla materia prima: un crostaceo vivo, accarezzato davanti alla telecamera e poi tagliato in due per la cottura sulla griglia.

Il filmato, diventato virale in poche ore, ha spaccato in due l’opinione pubblica del web. Da una parte si è levato un coro di sdegno da parte di utenti che hanno definito la scena crudele e macabra. “Si poteva evitare”, “Mi fa pena vedere questo video”, “Incredibile, si muove ancora sulla griglia”, sono solo alcuni dei commenti che hanno inondato il post, accusando lo chef di infliggere una sofferenza non necessaria all’animale per puro spettacolo.

Dall’altra parte, però, in molti si sono schierati a difesa di Ferreri, sottolineando come la sua pratica sia comune nel mondo della ristorazione. A sostegno dello chef, diversi commenti hanno tentato di fornire una spiegazione scientifica ai movimenti dell’aragosta anche dopo il taglio. “Il sistema nervoso dei crostacei non è centralizzato come quello dei vertebrati, quelli che si vedono sono semplici riflessi muscolari”, ha spiegato un utente, trovando l’appoggio di chi ha ironizzato sull’ipocrisia di fondo: “La mangiamo tutti, ma facciamo finta che nasca già morta?”.

Lo stesso chef è intervenuto per placare gli animi, precisando di aver stordito l’animale prima di procedere al taglio e che i movimenti successivi non erano segno di sofferenza. “Tratto la materia prima con rispetto e umiltà”, ha dichiarato Ferreri in un video di risposta, aggiungendo che, paradossalmente, dopo la polemica le richieste del suo piatto sono aumentate.

La vicenda, al di là del singolo episodio, riaccende i riflettori su una questione etica e legale complessa. Dal punto di vista normativo, lo chef non ha commesso alcun illecito. In Italia, a differenza di Paesi come la Svizzera dove lo stordimento dei crostacei è obbligatorio per legge dal 2018, non esiste una normativa specifica che vieti questo tipo di cottura. Il Regolamento Europeo sulla protezione degli animali durante la macellazione, infatti, esclude i crostacei, lasciando un vuoto legislativo a livello nazionale. Sebbene una sentenza della Cassazione del 2017 abbia definito reato la detenzione di crostacei vivi sul ghiaccio, considerandola una condizione di grave sofferenza, la cottura dell’animale vivo non è al momento sanzionata.

Il caso dello chef Ferreri, dunque, si inserisce in un dibattito più ampio che contrappone la tradizione culinaria, la realtà biologica degli animali e una crescente sensibilità animalista, amplificata dalla cassa di risonanza dei social network.

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Marta Russo

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