Un silenzio denso di dolore, rotto solo dal rombo assordante delle moto e da un applauso che sembrava non voler finire. Così Monreale ha dato oggi il suo ultimo, straziante saluto a Simone La Torre, il ragazzo di 23 anni la cui vita è stata spezzata sabato scorso nel mare di Mondello, tradito dall’elica di un gommone durante una giornata che doveva essere solo di festa e spensieratezza con gli amici.
La chiesa di Santa Teresa si è rivelata troppo piccola per contenere l’ondata di affetto che ha travolto la famiglia. Centinaia di persone, amici, parenti e semplici conoscenti, si sono strette attorno ai genitori, Tony e Giusy, e ai fratelli, Nicolò e Alessandra, annientati da una tragedia che ha lasciato un’intera comunità, quella di Aquino, sotto shock. All’interno, le navate erano gremite; fuori, sotto un sole cocente, una folla commossa ha atteso in un rispettoso silenzio.
“Un gigante buono”, lo ricordano tutti. Un ragazzo solare, con una passione smisurata per le moto e un cuore grande, sempre pronto a dare una mano. E proprio la sua più grande passione ha accompagnato la sua uscita di scena. Quando il feretro bianco ha varcato la soglia della chiesa, una cinquantina di motociclisti ha acceso i motori, trasformando il dolore in un coro assordante, l’ultimo tributo a un amico che amava quel suono più di ogni altra cosa.
A celebrare la messa è stato don Piergiorgio Pizzo, il parroco di Aquino, la frazione dove Simone era cresciuto. Le sue parole hanno cercato di offrire un appiglio nella fede di fronte a un dolore così disumano. “Gesù lo ha preso per mano”, ha detto, invitando a trovare conforto nell’imminente celebrazione della Madonna Assunta.
Ma le parole più toccanti sono arrivate dai cugini. In una lettera carica di ricordi e amore, lo hanno chiamato con il suo soprannome, “Pumba”, rievocando momenti di una vita vissuta troppo in fretta. Poi, la voce rotta del cugino Daniele ha unito all’amore una richiesta forte e chiara: “Aveva una voglia di vivere immensa. Adesso chiediamo solo una cosa: la verità su come sono andate le cose”.
Una domanda che ora riecheggia forte, mentre il dolore cerca risposte. L’inchiesta prosegue per accertare se dietro questa tragedia ci sia solo una crudele fatalità o se delle negligenze abbiano contribuito a spezzare i sogni di Simone nel mare di Mondello.