Scatta l’allerta massima a Sigonella: livello “Charlie” dopo attacco all’Iran

SIGONELLA – Le misure di sicurezza nella base militare di Sigonella, cuore pulsante delle operazioni NATO e statunitensi nel Mediterraneo, sono state elevate al livello “Charlie”. La decisione, diramata direttamente dal Comando degli Stati Uniti in Europa (USEUCOM), risponde a un’accresciuta percezione della minaccia terroristica e coinvolge diverse installazioni militari americane nel continente. Anche la base di Aviano, secondo diverse fonti, avrebbe adottato lo stesso protocollo di sicurezza.

Sebbene non siano giunte comunicazioni ufficiali dalla Naval Air Station (NAS) di Sigonella, la parte statunitense del complesso, il silenzio operativo è prassi in queste circostanze. L’ordine discende da una valutazione centrale del comando europeo, che ha ritenuto necessario applicare un nuovo e più rigido protocollo di sicurezza.

È fondamentale distinguere le competenze all’interno dello scalo siciliano: l’allerta riguarda specificamente il personale, gli uffici, gli hangar e i materiali sotto giurisdizione statunitense. L’intera infrastruttura dell’aeroporto “Cosimo De Palma”, inclusa la torre di controllo e la pista, resta sotto il comando e la responsabilità dell’Aeronautica Militare italiana, che ospita la NAS americana.

Cosa significa “Livello Charlie”

Le forze armate statunitensi adottano una scala di protezione a cinque livelli, nota come FPCON (Force Protection Condition), per calibrare la risposta a minacce terroristiche. Il livello “Charlie”, identificato dal colore arancione, è il secondo più alto e viene attivato quando “si verifica un incidente o si ricevono informazioni che indicano come probabile un’azione terroristica contro personale o strutture”. Si tratta di una condizione che non si registrava da almeno un decennio, a indicare la serietà della minaccia percepita.

Questo stato di allerta implica un aumento significativo delle misure di sicurezza, che possono avere un impatto sulle normali operazioni quotidiane. Il personale militare è tenuto a osservare nuove e più stringenti politiche di sicurezza, sia all’interno che all’esterno del perimetro della base. Il livello precedente, “Bravo” (giallo), rappresenta la condizione standard di vigilanza per una base come Sigonella. Il gradino successivo, “Delta” (rosso), scatta solo quando un attacco è avvenuto o è considerato imminente in un’area specifica.

Il contesto europeo: tra Olimpiadi e tensioni geopolitiche

La decisione di USEUCOM non arriva isolata. Le agenzie di sicurezza di tutta Europa hanno lanciato da mesi avvertimenti su un possibile aumento del rischio di attentati nel 2024. I riflettori sono puntati sui grandi eventi che attirano folle internazionali, come i Campionati Europei di calcio in corso in Germania e, soprattutto, le imminenti Olimpiadi di Parigi. Proprio in Germania, a supporto delle forze di polizia locali, sono stati schierati 580 ufficiali di polizia provenienti da altri Paesi.

Il quadro è ulteriormente complicato dalle tensioni geopolitiche globali, che vedono le installazioni militari statunitensi come potenziali obiettivi sensibili.

Sigonella, “Hub del Mediterraneo”

Soprannominata “Hub of the Med”, la base di Sigonella riveste un’importanza strategica insostituibile per gli Stati Uniti e la NATO. La sua posizione geografica la rende una piattaforma logistica e operativa cruciale al centro del Mediterraneo. La NAS ospita circa 5.000 militari delle diverse forze armate statunitensi, impegnati in missioni di vitale importanza.

Dalla pista siciliana decollano quasi quotidianamente i droni da sorveglianza ad alta quota RQ-4 Global Hawk, fondamentali per il monitoraggio del Mar Nero e della Crimea, missioni intensificatesi drasticamente dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Aerei e personale della NAS sono inoltre costantemente impegnati nel pattugliamento del traffico aereo e navale nel Mediterraneo orientale.

Oltre alla componente statunitense, la base ospita il 41° Stormo Antisom e l’11° Reparto Manutenzione Velivoli dell’Aeronautica Militare Italiana, a testimonianza della profonda integrazione tra le forze alleate. La sua funzione di snodo logistico è emersa con chiarezza anche durante la crisi umanitaria seguita all’evacuazione dall’Afghanistan nel 2021, quando la base accolse migliaia di profughi.

L’innalzamento del livello di allerta a “Charlie” è, dunque, un segnale tangibile di come le tensioni globali si riflettano direttamente sulla sicurezza di presidi fondamentali per l’architettura di difesa occidentale.

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