La Sicilia affronta una grave crisi nel settore olivicolo a causa della prolungata siccità e delle ondate di calore che hanno colpito l’isola nell’ultimo anno. Queste condizioni climatiche avverse hanno avuto un impatto devastante sui cicli produttivi, con un calo stimato del 50-60% rispetto alla già scarsa campagna precedente, secondo Giosuè Catania, presidente facenti funzioni di Cia Sicilia Orientale.
Catania e Enna: le province più colpite
La provincia di Catania, insieme alla zona del basso Ennese, è la più colpita, con una riduzione della produzione che raggiunge l’80%. Anche le aree di Siracusa e Ragusa registrano perdite significative, intorno al 60%, con punte del 40-50% nelle zone di alta collina e montagna.
Produzione totale in Sicilia: un crollo drastico
Si prevede che la produzione totale di olio in Sicilia si attesti sulle 16-18 mila tonnellate, un dato allarmante se confrontato con le 35.000 tonnellate della campagna 2023/24. Questa drastica riduzione dell’offerta preannuncia un inevitabile aumento dei prezzi alla produzione.
Aumento dei prezzi e rischio di frodi
L’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori segnala un aumento medio del 20% nel prezzo dell’olio extravergine d’oliva rispetto all’anno scorso, con picchi che superano il 50% e un aumento medio del 52% rispetto al 2021. I produttori attribuiscono questo incremento al forte calo produttivo causato dalle avverse condizioni climatiche. Paradossalmente, la scarsità di piogge e le alte temperature, pur riducendo la produzione, hanno favorito la qualità dell’olio, limitando la presenza della mosca dell’olivo, responsabile dell’aumento dell’acidità. Tuttavia, l’aumento dei prezzi alimenta il rischio di sofisticazioni, come l’aggiunta di oli di provenienza estera o di qualità inferiore, o ancora l’utilizzo di olio vecchio, pratiche fraudolente che compromettono la qualità del prodotto finale.