Forma allungata, colore verde smeraldo e un sapore dolce e rotondo: ecco l’identikit del pistacchio di Raffadali DOP, un prodotto che non teme il confronto con il più famoso “cugino” di Bronte. Coltivato tra le province di Agrigento e Caltanissetta, questo pistacchio ha ottenuto la denominazione di origine protetta nel 2021, a conferma della sua unicità.
Pur condividendo la stessa cultivar (Bianca o Napoletana) e l’origine araba della coltivazione, il pistacchio di Raffadali si distingue per il suo gusto più dolce, dovuto alla natura calcareo-gessosa del terreno, a differenza di quello vulcanico di Bronte. Un’altra peculiarità è rappresentata dalle sue elevate proprietà oleiche, come dimostrano gli studi condotti dall’Università di Catania.
Con 17 produttori consorziati e una superficie coltivata di 250 ettari, il pistacchio di Raffadali DOP punta a crescere nei prossimi anni, con l’obiettivo di raggiungere i 20 mila ettari di terreno vocato. La resa media per pianta si aggira intorno ai 10 chili di pistacchio in guscio, con punte di 90 chili per le piante secolari. Il prezzo di mercato oscilla tra i 18-20 euro al chilo per il pistacchio in guscio e i 40-48 euro per quello sgusciato, generando un giro d’affari di circa 8 milioni di euro.
Per tutelare la qualità e l’autenticità del prodotto, il Consorzio di Tutela ha introdotto un passaporto digitale con un QR code stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Questo sistema permette di tracciare l’intera filiera produttiva, garantendo la provenienza e la genuinità del pistacchio di Raffadali DOP.
La ristorazione regionale premium, dagli stellati alla pasticceria, rappresenta il principale mercato di sbocco del pistacchio di Raffadali. Ancora timida la diffusione fuori dalla Sicilia, limitata principalmente ai prodotti trasformati. La produzione limitata e il prezzo non competitivo rispetto al pistacchio industriale rappresentano le sfide da affrontare per espandere il mercato a livello internazionale.
I primi sostenitori del pistacchio di Raffadali sono stati i pasticceri e i produttori locali, come l’azienda dolciaria Di Stefano, la Pasticceria Bonfissuto e l’azienda Le Cuspidi. Queste realtà hanno scommesso sulla qualità del prodotto, inserendolo nei loro panettoni, colombe, creme e altri dolci tipici.
Il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, in collaborazione con il progetto Diodoros, ha avviato un’iniziativa per la valorizzazione del pistacchio di Raffadali. Sono state piantate centinaia di piante, con l’obiettivo di creare un Museo del Pistacchio e promuovere il territorio.
Dal 13 al 15 settembre 2024, Raffadali ospita l’ottava edizione del Fastuca Fest, un evento dedicato al pistacchio locale. Un’occasione unica per scoprire e degustare questo prodotto d’eccellenza.