Avrebbe dovuto iniziare il suo turno all’ospedale Civico di Palermo, come ogni mattina. Invece, il silenzio. Il telefono di un infermiere di 33 anni squilla a vuoto, le chiamate del padre, anche lui infermiere, rimangono senza risposta. La tragica scoperta del suo corpo senza vita in casa è solo l’inizio di un dolore immenso, amplificato da una lettera straziante. “Scusate se non amo le donne”, scrive l’uomo, svelando una vita vissuta nella paura e nel segreto. Lo racconta Repubblica.
“Bravo a nascondere la mia omosessualità”
“Non sono riuscito né ad amare una donna né ad amare un uomo, sono stato bravo a nascondere a tutti la mia omosessualità, soprattutto a lavoro”, continua la lettera. Un grido di dolore rivolto alla famiglia, al compagno e ai colleghi della Seconda Rianimazione dell’ospedale. Un segreto custodito con cura, che ha finito per soffocare la sua felicità.
Il dolore dei colleghi: “Nessuno sapeva”
I colleghi lo descrivono come un uomo solare, intraprendente, un vero leader. Nessuno sospettava la sua battaglia interiore. “Lo aspettavamo al lavoro come ogni giorno”, raccontano. “Non ci saremmo mai aspettati una notizia del genere. Nessuno sapeva nulla della sua vita privata. Di certo molti di noi non avrebbero avuto nessun problema con il suo orientamento sessuale. Solo l’ignoranza può negare una scelta legittima”.
L’ombra dell’omofobia
L’uomo non si era mai rivolto ai servizi di supporto di Arcigay, che offre ascolto e aiuto psicologico alla comunità LGBTQ+. “Ci addolora leggere una notizia simile nel 2024”, dichiarano da Arcigay. “L’omolesbobitransafobia non si manifesta solo con aggressioni o offese, ma crea un clima asfissiante che rende l’aria irrespirabile per chi non ha una rete di supporto solida”.