Fu strangolato e sciolto nell’acido dopo aver trascorso venticinque mesi rinchiuso in una prigione buia e fredda sottoterra. Giuseppe Di Matteo, bambino di soli tredici anni, fu rapito da mafiosi travestiti da poliziotti della Dia, promettendogli che lo avrebbero portato a incontrare il padre allora sotto protezione e lontano dalla Sicilia. Giuseppe oggi avrebbe compiuto quarantadue anni.
Il bambino fu legato e lasciato nel cassone di un furgoncino, prima di essere consegnato ai suoi carcerieri. Per tutto il 1994 fu spostato in varie masserie e case disabitate del trapanese e dell’agrigentino, fino a quando nell’estate 1995 fu rinchiuso in un vano sotto il pavimento di un casolare nelle campagne di San Giuseppe Jato, dove rimase per 180 giorni.
L’11 gennaio 1996, il tragico epilogo: Giuseppe, ormai dimagrito e indebolito, venne prima strangolato e poi sciolto nell’acido, qualche giorno prima del suo quindicesimo compleanno. Per il sequestro e l’omicidio di Giuseppe, sono stati condannati all’ergastolo circa 100 mafiosi. Tra questi, Matteo Messina Denaro e Giovanni Brusca: il primo catturato qualche giorno fa, il secondo scarcerato dopo il suo pentimento.