Cronaca

Ucciso a 21 anni a Palermo, svolta dalle telecamere: acquisiti i filmati di tutti i locali attorno a “O Scruscio”

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La caccia agli assassini di Paolo Taormina, il ragazzo di 21 anni ucciso con un colpo di pistola nel cuore della movida di Palermo, è una corsa contro il tempo che si gioca fotogramma per fotogramma. La speranza di dare un volto e un nome ai responsabili è affidata a una fitta rete di occhi elettronici, le decine di telecamere di videosorveglianza che sorvegliano la zona dell’Olivella. Sono questi testimoni silenziosi e imparziali il fulcro delle indagini della squadra mobile.

Gli investigatori stanno passando al setaccio ore e ore di registrazioni, acquisite non solo dai dispositivi pubblici ma anche dai sistemi di sicurezza privati dei tanti pub, ristoranti e negozi che animano l’area a pochi passi dal Teatro Massimo. L’obiettivo è uno solo: isolare le immagini che hanno immortalato la sequenza della tragedia. Dalla rissa iniziale, scoppiata per futili motivi, al gesto eroico e fatale di Paolo, che si è interposto per fare da paciere, fino al momento agghiacciante dello sparo e alla fuga disordinata degli assassini a bordo dei loro scooter.

Secondo le prime indiscrezioni, l’omicidio, avvenuto davanti al pub “O Scruscio” gestito dalla famiglia della vittima, sarebbe stato ripreso quasi integralmente. Le telecamere potrebbero aver catturato non solo la dinamica esatta dell’aggressione, ma soprattutto i volti dei componenti del gruppo che si è allontanato subito dopo aver lasciato a terra il corpo senza vita del giovane.

Mentre il dolore e lo sconcerto avvolgono la città, il lavoro degli specialisti della scientifica prosegue senza sosta nei laboratori. Ogni video viene analizzato, sincronizzato con gli altri e ingrandito alla ricerca di quel dettaglio decisivo: una targa parzialmente visibile, un tatuaggio, un capo d’abbigliamento riconoscibile, o il viso scoperto di chi ha premuto il grilletto. In un contesto caotico come quello di una rissa notturna, dove le testimonianze oculari possono essere confuse e frammentarie, la fredda oggettività di un filmato diventa l’arma più potente in mano alla giustizia per chiudere il cerchio e assicurare che la morte di Paolo non resti impunita.

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Redazione Web

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