Le acque tra Lampedusa e l’isolotto di Lampione sono diventate teatro di un ritrovamento insolito, che ha subito messo in moto la macchina dei controlli. A lanciare l’allarme, nel pomeriggio di ieri, è stato l’equipaggio del motopeschereccio Andrea Doria, imbattutosi in un enigmatico oggetto che galleggiava alla deriva.
Si tratta di un imponente cilindro metallico, lungo circa cinque metri e con un diametro di un metro e mezzo, avvistato a otto miglia da Capo Ponente. L’immediato intervento di una motovedetta della Guardia Costiera ha aggiunto un ulteriore tassello al mistero: sul relitto erano ben visibili un logo e una scritta in ebraico, riconducibili alla *Minhalat HaHalal*, l’agenzia spaziale israeliana. Questo ente governativo è noto per operare in stretta sinergia con il Ministero della Difesa di Israele, occupandosi dello sviluppo di missili balistici e satelliti.
Le verifiche, andate avanti fino a tarda sera, hanno fortunatamente escluso la presenza di materiale esplosivo o radioattivo, scongiurando un pericolo immediato. Resta però da capire la natura dell’oggetto. Le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono principalmente due: potrebbe essere il frammento di un satellite rientrato nell’atmosfera terrestre oppure un serbatoio supplementare sganciato da un aereo militare.
Al momento, la Guardia Costiera di Lampedusa mantiene l’intera area sotto stretta sorveglianza, in attesa di definire le complesse operazioni necessarie per il recupero del misterioso cilindro.



