Una storia che unisce un’incredibile crudeltà a un lieto fine quasi miracoloso arriva da Palermo. Una giovane cagnolina è stata lanciata da un’auto in corsa giù dal viadotto della Palermo-Sciacca, finendo in via Olio di Lino dopo un volo di diversi metri. A salvarla, quasi per miracolo, è stata la fitta vegetazione che ha attutito l’impatto.
L’allarme è scattato in mattinata, quando una squadra della Protezione Civile, in zona per un servizio antincendio, ha notato il corpo dell’animale e ha immediatamente allertato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti tempestivamente i Vigili del Fuoco e il personale del pronto intervento del canile municipale, che hanno recuperato la cagnolina, spaventatissima ma viva.
Trasportata d’urgenza al presidio veterinario comunale di via Tiro a Segno, è stata subito presa in cura. I veterinari hanno confermato che, nonostante il trauma e la grande paura, sta bene. È una femmina di circa nove mesi, abituata alla vita in casa, e per la sua incredibile sorte è stata chiamata “Fortuna”.
Questo gesto vile si inserisce in un contesto drammatico per Palermo, che solo negli ultimi due mesi estivi ha registrato circa 450 abbandoni. Un’emergenza che le strutture comunali affrontano con il supporto fondamentale delle associazioni di volontariato, che si prodigano per trovare stalli e nuove famiglie agli animali abbandonati.
Mentre “Fortuna” si riprende, il Nucleo Benessere Animale della Polizia Municipale ha già avviato le indagini per dare un volto e un nome ai responsabili di questo atto disumano. Gli agenti stanno verificando la presenza di telecamere di sorveglianza nella zona del viadotto e lanciano un appello a chiunque si trovasse a passare intorno alle 10:30 e avesse notato qualcosa di sospetto. Ogni informazione può essere preziosa e può essere comunicata direttamente al Nucleo Benessere Animale della Polizia Municipale.
La speranza, ora, è duplice: che i colpevoli vengano assicurati alla giustizia e che per “Fortuna” si aprano presto le porte di una casa piena d’amore, che le faccia dimenticare l’orrore che ha vissuto.