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Poliziotta siciliana si toglie la vita in Questura, Sandra Manfrè lascia marito e una bimba

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Una notizia che lascia sgomenti, increduli e profondamente addolorati ha scosso la Questura di Brindisi e la comunità di Lipari, sua terra d’origine. La Vice Questore Aggiunto Sandra Manfrè, 42 anni, si è tolta la vita ieri mattina, intorno alle 9:00, all’interno del suo ufficio, utilizzando la pistola d’ordinanza. Un gesto estremo che ha lasciato un vuoto incolmabile e tanti interrogativi.

Sandra non era soltanto un’ufficiale di polizia; era descritta da tutti come una donna capace, determinata e brillante. Una professionista impeccabile, sempre in prima linea, che amava il suo lavoro e lo svolgeva con una dedizione e un senso del dovere che animano chi sceglie di servire lo Stato. Chi l’ha conosciuta, come durante il suo servizio a Reggio Calabria dove diresse importanti inchieste, ne conserva il ricordo di una persona garbata, precisa e di grande umanità.

Eppure, dietro quella divisa, dietro il rigore e la forza che trasmetteva, si celava una fragilità invisibile. Un dolore profondo e silenzioso che l’ha spezzata dentro, senza che nessuno potesse accorgersene. Secondo i colleghi, nulla lasciava presagire la tragedia, specialmente perché era appena rientrata da alcuni giorni di ferie trascorsi serenamente alle Eolie con la sua famiglia.

Sandra Manfrè era anche una madre. Lascia una bambina di appena tre anni e il marito, anche lui poliziotto, che ora dovranno affrontare un’assenza devastante. La sua scomparsa ha destato profonda commozione in tutti gli ambienti che aveva toccato con la sua professionalità e il suo calore.

La notizia ha provocato reazioni di unanime cordoglio. Il Sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, ha espresso la vicinanza di tutta l’amministrazione alla famiglia, ricordando Sandra come “eccellente donna e di grande capacità, dai profondi valori e ideali, che ha rappresentato per Lipari e le Eolie un vero orgoglio”. Anche le organizzazioni sindacali, come il Siap e l’Fsp Polizia di Stato, si sono strette attorno alla famiglia e ai colleghi di Brindisi, sottolineando il grande vuoto lasciato da “una donna e collega di grande sensibilità, disponibilità e professionalità”.

Sul posto è intervenuto il procuratore facente funzioni Antonio Negro per gli accertamenti di rito, ma non sembrano esserci dubbi sulla natura volontaria del gesto. La salma sarà restituita nelle prossime ore ai familiari.

La sua morte non resta solo una tragedia, ma un monito potente. Ci ricorda quanto sia difficile, per chi veste una divisa, portare ogni giorno il peso delle responsabilità e del dolore altrui, spesso senza lasciare spazio alla propria vulnerabilità. Che questo gesto estremo possa insegnarci a guardare oltre le apparenze e ad ascoltare con più attenzione i silenzi, perché nessuno dovrebbe mai sentirsi solo nel proprio dolore.

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Redazione Web

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