«Perché? Cos’è successo? Vogliamo solo sapere cosa è successo a nostra figlia». La voce è quella di Giusy, spezzata dal dolore. Accanto a lei c’è suo marito Luciano e i figli Roberta e Gabriele. Sono la famiglia di Simona Cinà, la ragazza di vent’anni trovata senza vita nella notte tra sabato e domenica in una piscina a Bagheria, durante una festa di laurea. Una famiglia distrutta che ora, attraverso il suo avvocato Gabriele Giambrone, chiede solo una cosa: la verità.
«Era una brava ragazza, studiava, lavorava, faceva sport. La conoscevano tutti, non aveva mai litigato con nessuno», racconta la madre in una conferenza stampa che sa di appello disperato. Il suo grido è straziante: «Perché è morta? Vi prego, diteci cosa è successo a mia figlia».
Simona, studentessa di Scienze motorie e promessa della pallavolo, è stata trovata in bikini nella piscina della villa. Una scena surreale, perché nessuno sembra essersi accorto di nulla. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, al momento della tragedia, intorno alle quattro del mattino, molti invitati erano già andati via e gli organizzatori avevano persino iniziato a ripulire. I militari hanno trovato alcune bottiglie di alcolici, ma per ora non ci sono indagati.
«Voglio sapere cosa è successo a mia figlia, perché è morta, io voglio sapere solo perché…», ripete tra le lacrime la mamma di Simona, a cui fa eco il padre: «Vogliamo chiarezza sulla fine di nostra figlia». L’uomo solleva dubbi che pesano come macigni: «C’erano solo bottiglie d’acqua, la piscina era pulita. Dov’è finito l’alcool? Mia figlia era una sportiva, era un pesce in acqua. Vogliamo sapere cosa è successo».
I dubbi più inquietanti emergono dalle parole dei fratelli, la gemella Roberta e Gabriele: «Quando siamo arrivati, il corpo di nostra sorella era già a bordo piscina, coperto da un telo, con il costume. C’erano i carabinieri e l’ambulanza, ma ci sono tante cose che non tornano: era una festa di laurea ma non abbiamo visto la torta, non abbiamo trovato alcolici. Quando siamo arrivati i ragazzi erano tutti bagnati, in silenzio. Non abbiamo trovato i vestiti di mia sorella, ma solo le sue scarpe». Un racconto che lascia aperti interrogativi angoscianti su cosa sia realmente accaduto in quella villa di Bagheria.