Cronaca

Brucia la Sicilia: Zingaro distrutto, Palermitano in ginocchio: notte di paura

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Il Comando dei Vigili del Fuoco di Palermo ha fronteggiato una giornata campale, con un bilancio che alle 18:30 contava già 44 interventi, di cui ben 20 per incendi di sterpaglie e vegetazione. Un’ondata di fuoco ha attraversato la provincia, colpendo duramente i comuni di Santa Caterina Gela, Monreale, Trabia, Bolognetta, Trappeto e, soprattutto, Partinico.

Quest’ultimo è stato il vero epicentro dell’emergenza nel palermitano, con sette distinti focolai che hanno richiesto un dispiegamento massiccio di forze. La violenza delle fiamme ha raggiunto le abitazioni, creando momenti di alta tensione. In Contrada Monacelli, circa 30 persone sono state evacuate a scopo precauzionale da una decina di abitazioni, mentre in Contrada Sant’Anna altre 4 famiglie, per un totale di 15 persone, hanno dovuto abbandonare le loro case. Fortunatamente, in serata tutte le persone evacuate hanno potuto fare rientro.

Per domare i roghi nel partinicese è stato necessario l’intervento di un Canadair e di un elicottero, a supporto delle instancabili squadre di terra. Un lavoro sinergico che ha visto i Vigili del Fuoco affiancati dal personale del Corpo Forestale e dai volontari della Protezione Civile. La durezza delle operazioni ha lasciato il segno: un vigile del fuoco è rimasto intossicato dal fumo e provato dal calore eccessivo, necessitando delle cure del personale sanitario. Dopo gli accertamenti in ospedale, è stato dimesso in serata. L’allerta, tuttavia, non è cessata: nuovi allarmi per incendi di vegetazione sono giunti dalla Sala Operativa, interessando le aree di Camporeale, Piana degli Albanesi e Belmonte Mezzagno.

San Vito sotto assedio, fiamme sulla Riserva dello Zingaro

Mentre Palermo bruciava, una situazione altrettanto drammatica si consumava nel Trapanese. Una notte lunga e angosciante è calata su San Vito Lo Capo e le sue frazioni, strette nella morsa di un vasto incendio che minaccia uno dei gioielli naturalistici della Sicilia. Le fiamme hanno divorato ettari di preziosa macchia mediterranea, raggiungendo il Monte Cofano e trasformandolo in un terrificante fronte di fuoco che avanza inesorabile verso le frazioni di Castelluzzo e Macari. L’incubo più grande riguarda la Riserva dello Zingaro, un patrimonio di biodiversità ora gravemente minacciato.

Le immagini che arrivano dall’area sono agghiaccianti e descrivono una ferita profonda inferta al paesaggio. I roghi si sono sviluppati su più punti, da Inici a Buseto Palizzolo, da Napola a Fulgatore, rendendo il lavoro dei soccorritori estremamente complesso. Il vento si è rivelato il peggior nemico, rendendo spesso impossibile l’intervento dei mezzi aerei.

Di fronte all’avanzata del fuoco, nel pomeriggio e in serata si sono rese necessarie nuove evacuazioni. Il Comune di San Vito Lo Capo ha agito tempestivamente, allestendo un centro di raccolta presso il Teatro Comunale per offrire riparo e assistenza alle persone in difficoltà.

L’appello della comunità e la condanna dei criminali

In queste ore di angoscia, anche la Diocesi di Trapani ha fatto sentire la sua voce, facendosi portavoce della paura dei cittadini. “Arrivano segnalazioni da tanti abitanti delle frazioni di San Vito, in ansia per la vastità e la gravità degli incendi che devastano la natura e minacciano case e persone”, si legge in una nota.

Il vescovo e l’intera comunità diocesana hanno espresso vicinanza e gratitudine ai soccorritori in prima linea: “Invochiamo la benedizione e la protezione di Dio su tutti gli uomini e le donne delle istituzioni, i vigili del fuoco, i forestali, i volontari, impegnati a rischio della propria vita per fronteggiare l’emergenza”.

Dalla Diocesi arriva anche un monito durissimo, che non lascia spazio a interpretazioni, contro la mano criminale che si cela dietro a questi disastri. “Denunciamo ancora una volta il peccato scellerato di chi attenta alla vita del creato e degli uomini, sperando nell’impunità”. Un appello che si unisce alla speranza di tutta una comunità, appesa a un filo. La speranza che il vento cambi, che si plachi per dare tregua ai soccorritori. Ma anche la speranza, più profonda, “che davvero in Sicilia cambi il vento. Per una prevenzione a regola d’arte, per una cura del territorio all’altezza della sua bellezza e della sua fragilità”.

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Gaetano Ferraro

Giornalista pubblicista, direttore responsabile di DirettaSicilia.it e Monrealelive.it. Collaboratore di varie testate, tra cui BlogSicilia.it, SiciliaFan.it e donnaclick.it

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