I ruggenti anni ottanta sono un periodo a cui oggi guardiamo con impressionante nostalgia, in quanto simbolo e sintomo di una grande felicità che derivava dalla distensione di una situazione estremamente complicata che si era protratta durante il corso degli anni novanta. Una delle industrie che più ha saputo approfittare di questo periodo per brillare ancora di più è stata quella cinematografica, che con il carico di fascino, rischio e ambiguità ha portato sul grande schermo a volte storie spettacolari, a volte storie più riflessive.
Un esempio è dato dalla scelta di ambientare diversi grandi film all’interno dei casinò utilizzando un’estetica molto distante dai gangster movies degli anni settanta e uno svolgimento ben diverso invece dagli action degli anni novanta. Alcuni di questi film, con le loro scelte cromatiche, hanno influenzato i casino online come quello di Betfair mentre altri hanno dato il là per la nascita di libri e testi sull’argomento.
Atlatic City ha fatto raccontare da un francese la decadenza del sogno americano
Che succede quando un’importante regista della nouvelle vague ha usato il casinò per raccontare il sogno americano? È quello che ha fatto Louis Vague in Atlantic City, film ambientato nell’omonima città del New Jersey in cui il personaggio di Lou, interpretato dalla stella Burt Lancaster, è un ex gangster che sogna di riscattarsi ed è accompagnato da una giovane cameriera che ambisce a una vita migliore.
Sullo sfondo il mondo del gioco d’azzardo, che con la sua opulenza e lucentezza fa da contraltare per i sogni infranti e le ambizioni logorate dei nostri protagonisti, in una narrazione intima e amara, che attraversa la città riflettendo la crisi morale dell’America post guerra in Vietnam.
Il divertimento come metafora in The Gambler
Nel 1980 sulla rete americana CBS fu proiettato un film diretto dal regista Dick Lowry chiamato “The Gambler”, il Giocatore, basat sull’omonima canzone della star del country Kenny Rogers. La trama del film è molto semplice: il protagonista del film è un cantante, Brady Hawkes (interpretato dal musicista Kenny Rogers) riceve una lettera dal figlio mai conosciuto Jeremiah, in cui viene chiesto aiuto per ritrovare la madre probabilmente minacciata dal suo patrigno Rufe Bennet, proprietario di un casinò. Qui il casinò assomiglia più a una bisca clandestina, complice anche la natura western dello sceneggiato, ed è lo sfondo perfetto per parlare di questi personaggi al limite, inseriti in un mondo ch li sta per eliminare.
Rain Man ha insegnato al mondo quanto è importante essere speciali, anche al casinò
Uno dei film più famosi a includere almeno una scena ambientata in un casinò è senza dubbio Rain Man, di Barry Levinson. Uscito nel 1988, il film con Tom Cruise e Dustin Hoffman vede una leggendaria sequenza ambientata al tavolo del Blackjack di Las Vegas dove il personaggio di Raymond, forte di un particolare tipo di autismo che lo rende estremamente capace in matematica, permette alla coppia di sbancare. In questo contesto il casino è la metafora dell’occasione derivante dalla fortuna e della possibilità di vivere un cambiamento costruendo nuovi legami, sfruttando il caso e l’intuizione: due importantissimi elementi. Il film è diventato talmente popolare da aver ispirato anche delle slot online come quelle che si trovano su Betfair!
Casino Raiders ci mostra come è visto il gioco in oriente
Durante il corso degli anni ottanta il cinema di Honk Kong era incredibilmente affascinato dal mondo del gioco d’azzardo e tantissimi sono i film usciti in quegli anni legati a questa tematica. Casin Raiders di Jimmy Heung e Wong Jing ne è un perfetto esempio, in cui due amici scommettitori professionisti sono ingaggiati dal proprietario di un casinò per svelare una truffa perpetrata da un gruppo di scommettitori giapponesi in diversi casinò sparsi tra Honk Kng e Macao. L’impatto di Casino Raiders è stato davvero importante nella cultura pop asiatica, contribuendo a creare attorno al mondo del gioco un immaginario eroico e tragico che sarà poi esplorato in molteplici altre produzioni.