Economia&Lavoro

Non solo olio ma anche agrumi in Sicilia, produzione in calo e prezzi alle stelle

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La Sicilia si trova ad affrontare una grave crisi non solo per quanto riguarda l’olio ma anche nel settore agrumicolo a causa della prolungata siccità e delle anomale temperature miti. Giosuè Catania, presidente facente funzioni della Cia Sicilia Orientale, in un’intervista ad Askanews, prevede un calo del 30% della produzione di arance, con una stima di appena 660mila tonnellate rispetto alle 800.000 del 2023. Nello scenario peggiore, si potrebbe arrivare ad una riduzione del 40% del reddito degli agricoltori.

Siccità e temperature anomale: un mix devastante

La mancanza di piogge significative da 18 mesi e l’assenza del freddo necessario per la corretta maturazione e colorazione delle arance hanno compromesso la produzione. Le temperature notturne miti, intorno ai 22 gradi, hanno anticipato la maturazione di 15-20 giorni per le varietà precoci, favorendo anche attacchi di mosca. Questo ha portato ad una raccolta anticipata, che inizierà a breve anziché a fine ottobre, e a pezzature più piccole, seppur di buona qualità.

Abbandono dei terreni e importazioni in aumento

La scarsità d’acqua ha costretto molti agricoltori ad abbandonare i propri terreni, in particolare nella piana di Catania e nell’area ennese, zone tipiche dell’arancia rossa IGP. Si stima che siano stati abbandonati tra i 2.500 e i 3.000 ettari di piccole e medie aziende agricole. L’insufficiente produzione locale porterà ad un aumento dei prezzi al consumo e ad un maggiore ricorso alle importazioni da Spagna, Tunisia e Marocco.

Il rischio di smantellamento del settore

La Sicilia rappresenta i 2/3 della produzione nazionale di agrumi, con circa 60.000 ettari coltivati, di cui 44.000 ad arance, 12.000 a limoni e 4.500 ad altri agrumi e piccoli frutti. Questo patrimonio, che genera 15.000 giornate di lavoro l’anno senza contare l’indotto, rischia di essere smantellato a causa dell’abbandono dei terreni. Catania lancia un appello al pubblico affinché privilegi l’acquisto di prodotti italiani, focalizzandosi sulla qualità piuttosto che sul calibro.

Richiesta di interventi urgenti

Per far fronte alla crisi, la Cia Sicilia Orientale chiede ristori economici per le aziende, interventi immediati per consentire il reimpianto degli agrumeti abbandonati e l’esonero dal pagamento delle bollette dei consorzi di bonifica, che quest’anno non hanno fornito servizi di irrigazione. Inoltre, si richiede l’abbattimento del costo dell’energia elettrica, fondamentale per chi ha dovuto irrigare autonomamente attingendo acqua dal sottosuolo, e l’attivazione del fondo di solidarietà nazionale anche per gli impianti arborei, con i relativi meccanismi fiscali e tributari a sostegno del settore.

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Redazione Web

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