Sul paziente coinvolto nell’incidente sul lavoro di Casteldaccia e ricoverato nella terapia intensiva del Dipartimento di Emergenza del Policlinico diretto dal professore Antonino Giarratano sono in corso test di ventilazione che mirano a verificare la capacità del paziente di respirare in modo non totalmente controllato dai ventilatori meccanici. Il quadro neurologico mostra segnali positivi e si entra in contatto.
Resta esposto ancora alle conseguenze dell’insulto polmonare inalatorio e da parte di liquidi infetti. Prosegue, pertanto, il trattamento di supporto intensivo respiratorio, circolatorio e antinfettivo con antibiotici di ultima generazione. La prognosi resta ancora riservata sulla vita.
Buone notizie, invece, per l’operaio trentanovenne scampato alla tragedia di Casteldaccia, e ricoverato presso l’unità operativa di Pneumologia del Policlinico diretta dal professore Nicola Scichilone. L’uomo è stato dimesso questo pomeriggio. Tutti i controlli e gli esami di radiodiagnostica hanno accertato le buone condizioni di salute del paziente.
Intanto le autopsie su tre dei cinque operai morti a Casteldaccia (Pa) lunedì, mentre lavoravano alla rete fognaria, hanno confermato i primi sospetti che attribuivano all’idrogeno solforato, sprigionato dalla fermentazione dei liquami, la causa del decesso. Le vittime avevano i polmoni completamente ostruiti. Le autopsie sono da poco terminate. Domani verranno eseguite quelle sui corpi degli altri due operai morti.