La cronaca di questi giorni ci racconta un’altra storia drammatica e difficile da comprendere. Ieri mattina, un avvocato cinquantenne si è tolto la vita gettandosi da un viadotto sulla Palermo-Mazzara del vallo, all’altezza di Partinico, dopo aver tentato di sfondare il guardrail con la propria automobile.
Il primo a dare l’allarme è stato un automobilista di passaggio, che ha assistito impotente alla terribile scena. Ha visto l’uomo, a bordo di una Renault Megane, cercare volontariamente di abbattere la barriera metallica a protezione del viadotto. Subito dopo essere uscito dall’abitacolo, si è lanciato nel vuoto senza che nessuno potesse fermarlo.
La notizia ha sconvolto tutti coloro che conoscevano l’avvocato. I colleghi, gli amici, i clienti: nessuno riesce a darsi una spiegazione. Fino al giorno prima aveva lavorato normalmente, incontrando clienti e svolgendo udienze. Nulla lasciava presagire quel tragico epilogo.
“Eri un vero amico, non riesco a capire cosa ti abbia spinto a questo gesto estremo”, è uno dei tanti messaggi di cordoglio. C’è incredulità, sgomento, tristezza. Si ripete come un mantra: “Se solo avessimo potuto fare qualcosa…”.
