Dopo 25 anni di indagini, archiviazioni e riaperture, la giustizia fa un deciso passo in avanti per far luce sull’omicidio di Mico Geraci, il sindacalista siciliano della UIL ucciso l’8 ottobre 1998 davanti agli occhi atterriti di moglie e figlio. I Carabinieri del Comando provinciale di Palermo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal procuratore Maurizio De Lucia, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i fratelli mafiosi Pietro e Salvatore Rinella, indicati come i mandanti del brutale delitto.
Geraci, impegnato in politica e in prima linea nella denuncia degli interessi di Cosa Nostra nel palermitano, fu crivellato da una raffica di colpi di fucile a pompa mentre rincasava a Caccamo, comune di cui era stato anche vicesindaco. Nonostante gli investigatori puntassero fin da subito sulla pista mafiosa, per oltre due decenni l’inchiesta ha faticato a fare passi avanti concreti, tra archiviazioni, riaperture e nuovi fermenti investigativi.
La svolta è arrivata dalle dichiarazioni convergenti di numerosi collaboratori di giustizia, che hanno permesso di ricostruire il contesto in cui maturò il delitto e di risalire all’identità dei mandanti. Già l’ex capomafia Nino Giuffrè, nel 2002, aveva indicato in Bernardo Provenzano il presunto autore dell’ordine di uccidere Geraci, provvedimento poi eseguito dagli uomini del clan mafioso di Trabia capeggiato dai fratelli Rinella.
Le rivelazioni di Giuffrè non avevano però trovato riscontri, portando a una nuova archiviazione nel 2006. Ma negli anni successivi anche i pentiti Emanuele Cecala, Andrea Lombardo e Massimiliano Restivo hanno fornito tasselli importanti per ricostruire la vicenda, consentendo così la riapertura delle indagini.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i boss Salvatore e Pietro Rinella chiude il cerchio identificando mandanti ed esecutori del barbaro assassinio, compiuto per zittire un sindacalista scomodo che con il suo impegno civile e politico rappresentava un ostacolo agli interessi criminali di Cosa Nostra. Un importante passo verso la verità e la giustizia a 25 anni da un efferato delitto di mafia.