Angelo Duro è forse uno dei comici più controversi e spiazzanti del panorama italiano. Noto per il suo humor corrosivo e politicamente scorretto, il palermitano ha costruito il suo personaggio intorno all’idea di essere l’opposto del “bravo ragazzo”. Provocazioni e arroganza sono gli ingredienti della sua comicità che punta tutto sulla rottura degli schemi.
Angelo Duro, il comico dissacrante che odia i buonisti
Intervistato dal Corriere della Sera, il comico palermitano si è raccontato senza filtri, mantenendo fede al suo stile dissacrante. “C’è chi si vanta di essere solare, simpatico, buono, onesto, bravo, perbene, io mi vanto di essere antipatico. Perché non c’è niente di peggio di uno che fa il simpatico” esordisce Duro, che prosegue “La simpatia non esiste. I simpatici sono dei grandissimi st… che ancora non hanno fatto coming out. Si nascondono”.
L’intervista surreale che conferma il suo stile dissacrante
Una comicità senza peli sulla lingua, spesso ai limiti del politicamente corretto, che però attira migliaia di spettatori nei suoi spettacoli sold out in tutta Italia. “Le persone vengono a teatro ad ascoltarmi perché come insulto io non lo sa fare nessuno. Io ho la credibilità per poterlo fare” spiega Duro.
Il comico non ha dubbi: la chiave del suo successo sta nell’essere l’esatto opposto del conformismo dilagante. “Io allevio i malesseri. Perché parlo di tutto, senza peli sulla lingua. Chi li alimenta, i malesseri, sono quelli che li nascondono, e cioè i buonisti. E i moralisti. Che sono la categoria che più amo in assoluto. È grazie a loro se faccio tutti questi numeri in teatro. Perché s’incazzano per quello che dico e mi fanno vendere più biglietti”.
Un successo certificato anche dai numeri sui social, con oltre 800mila follower su Instagram e 400mila su TikTok. Il suo stile provocatorio e trasgressivo piace soprattutto alle nuove generazioni, annoiate dal politically correct.
Ma dietro il personaggio dissacrante, chi si nasconde? “Angelo Duro non esce mai dal suo personaggio. La sua biografia è scarna: nato a Palermo 41 anni fa, nel 2010 viene notato da Davide Parenti che lo ingaggia alle Iene. Stop. Il resto è la storia del personaggio che si è creato intorno” scrive il Corriere.
Anche durante l’intervista, il comico non abbandona mai i panni del suo alter ego provocatorio. Alla domanda se sia innamorato, Duro risponde: “Non più. Perché quando ami troppo diventi possessivo. E la possessività è uno dei terribili atteggiamenti del maschilismo”. E a proposito di matrimonio e fedeltà afferma: “Infatti. Assolutamente. Io non ho mai detto una scemenza del genere. Per chi mi ha preso? Io sostengo che per far durare un matrimonio a lungo bisogna andarci tutti i giorni. Non una volta al mese. Una volta al mese non dura. Ogni giorno è meglio”.
“Le donne? Ho preso un cane da un anno”
Angelo Duro cavalca sapientemente il paradosso, sfruttando ogni domanda per dare vita ad una nuova provocazione. “È inscalfibile, lei parla sempre come se si trattasse di un suo spettacolo. Con la donna che «non ama» pensa di avere dei figli?” chiede l’intervistatore. “Ho preso un cane da un anno” risponde Duro, che poi aggiunge: “Ma non volevo neppure il cane. L’ho preso solo perché quella che sta con me lo desiderava tanto. E mi è pure costato parecchi soldi. Quattromila euro. Se ho preso questo cane, è anche merito di Papa Francesco. Un giorno in tv ha detto che le coppie non fanno più figli ma si prendono un cane. E mi ha dato un’idea. Io non ci avevo pensato. Un figlio ti costa almeno 250mila euro. Io con 4mila euro ho risolto. Grazie Papa Francesco”.
Un’intervista surreale, dove Duro non esce mai dal personaggio e tutte le risposte sembrano sketch comici studiati ad arte. Impossibile capire dove finisca la finzione e inizi la realtà.
Cosa gli hanno insegnato i genitori?
Alla domanda su cosa gli abbiano insegnato i genitori, il comico risponde: “Mia madre mi ha insegnato a stare attento agli uomini. È stata una grande donna e una grande educatrice per me. Mi diceva che dovevo fare attenzione a loro. Infatti da piccolo trattavo malissimo mio padre. Perché era un maschio. E con il tempo iniziai ad odiarmi tantissimo anch’io. Non me lo perdonavo di essere nato del sesso sbagliato. Invidiavo molto mia sorella. E mio cugino, che in quel periodo, avevamo circa dodici anni, mi confidò di essere gay”.
Il giornalista, ormai rassegnato allo show permanente, commenta: “Temo la sua deriva… «si contenga», avrebbe detto qualcuno”. Ma Duro non si scompone e prosegue imperterrito: “Ma con il passare degli anni, ho conosciuto meglio mio padre. E mi sembrava una persona a posto, e non quel mostro dipinto da mia madre. Mio padre era una persona buona. Le donne le trattava con dolcezza. Faceva un sacco di regali alla sua segretaria. Alla moglie di un suo amico. Comprava sempre fiori. E gioielli. Era un uomo generoso. E di altri tempi”.
Un’intervista che si chiude con l’amara considerazione del giornalista: “Quanta verità c’è in questa intervista. A me pare poca…”. E la risposta di Angelo Duro: “Perché lei è una persona ingenua”.