Si tratta del nono suicidio di un detenuto avvenuto quest'anno nel carcere di Verona, al quale bisogna aggiungere un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria
Tragedia nel carcere di Verona, dove un detenuto di origini siciliane di 56 anni è stato trovato impiccato nella sua cella. L’uomo era ristretto nella sezione del carcere riservata ai detenuti per reati a grande riprovazione sociale, dove è recluso anche Filippo Turetta, accusato dell’omicidio della giovane Giulia Cecchettin.
Si tratta del nono suicidio di un detenuto avvenuto quest’anno nel carcere di Verona, al quale bisogna aggiungere un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria che si è tolto la vita appena due giorni fa. Un vero e proprio bollettino di dolore e morte, come denuncia Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.
Quello di ieri è il quarto suicidio in soli due mesi nella struttura veronese, segno di una drammatica emergenza alla quale, secondo il sindacalista, non si stanno approntando adeguate strategie per invertire questo tragico andamento. Lo stesso Ministro della Giustizia Nordio, nella sua recente relazione sull’amministrazione della giustizia, non avrebbe indicato una rotta per affrontare il problema, limitandosi a prendere atto dell’esistenza dei suicidi in carcere.
Secondo i sindacati da Nordio e dal Governo ci si aspetterebbe invece interventi concreti per attenuare quella che si configura come una vera e propria strage. Servirebbe con urgenza un decreto carceri per aumentare gli organici della polizia penitenziaria, carente di 18mila unità, e ridurre il sovraffollamento detentivo. Bisognerebbe poi prevedere percorsi sanitari per i detenuti con disturbi mentali e misure alternative per i tossicodipendenti. Infine, il Parlamento dovrebbe approvare una legge di riforma dell’intero sistema carcerario.
Ogni ritardo nell’affrontare questa emergenza non fa che alimentare il tragico bilancio di vite spezzate. La morte del detenuto di origini siciliane è l’ennesimo campanello d’allarme rispetto a una situazione divenuta insostenibile nelle carceri italiane.