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Diretta Sicilia > Cronaca > Il dramma di Palermo: “Ho ucciso Maria perché alla mia morte sarebbe rimasta sola”
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Il dramma di Palermo: “Ho ucciso Maria perché alla mia morte sarebbe rimasta sola”

La madre avrebbe legato un cavo elettrico intorno al collo della figlia mentre dormiva sul divano
Ultimo aggiornamento: 10/01/2024 - 15:38
di Redazione Web
Pubblicato 10 Gennaio 2024
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lettura in 2 minuti
Il dramma di Palermo: "Ho ucciso Maria perché alla mia morte sarebbe rimasta sola"

Palermo – Si tinge di dramma la vicenda di Maria Cirafici, 44 anni, trovata morta ieri nella sua abitazione in via del Visone, quartiere Bonagia. La donna sarebbe stata uccisa dalla madre, Fanni Sisinia di 74 anni, che avrebbe poi chiamato alcuni parenti chiedendo loro di avvertire la polizia.

È stato lo stesso racconto agghiacciante fatto dalla donna davanti al procuratore Ennio Petrini. La madre avrebbe legato un cavo elettrico intorno al collo della figlia mentre dormiva sul divano, per poi telefonare a circa sette tra fratelli e sorelle informandoli dell’accaduto e chiedendo loro di chiamare le forze dell’ordine.

La donna avrebbe motivato il gesto con la preoccupazione che alla sua morte la figlia, affetta da depressione e altre patologie psichiatriche, sarebbe rimasta sola, senza nessuno che si prendesse cura di lei. Le due donne vivevano insieme da quando la 44enne, dopo la separazione dal marito, era tornata a casa della madre.

“Mia figlia dormiva nel divano e io le ho legato un cavo di luce attorno al collo. L’ho fatto perché temevo che alla mia morte mia figlia sofferente sarebbe rimasta da sola e non ci sarebbe stato nessuno che si prendesse cura di lei”. Una vicenda che mette in luce il dramma della solitudine e del isolamento in cui versano molti nuclei familiari in difficoltà. La procura sta indagando per fare luce su tutti i contorni della tragedia.

In tanti ricordano la vittima. Quanto successo ieri sera per molti è assurdo.  “Non le abbiamo mai sentite litigare, erano sempre insieme. Non sappiamo cosa possa essere successo negli ultimi giorni”, dicono i vicini del palazzo in via del Visone numero 12. Anche in chiesa conoscevano bene le due donne.

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