L’orrore si è consumato nella notte tra le mura domestiche di una villetta in via Montefeltro a Fano. Rita Talamelli, 66 anni, è stata uccisa dal marito Angelo Sfuggiti, 70enne pensionato ed ex titolare di una nota pizzeria cittadina. L’uomo l’avrebbe prima strangolata a mani nude al termine di una lite, per poi vegliarla per ore in preda allo shock. Infine avrebbe ingerito una dose massiccia di barbiturici nel disperato tentativo di togliersi la vita.
A fare la terribile scoperta uno dei due figli della coppia, rientrando a casa dopo il lavoro. La scena che si è trovato davanti è stata straziante: la madre morta e il padre in stato confusionale accanto al cadavere. Immediata la chiamata ai soccorsi, ma per la donna non c’era più nulla da fare. Il marito è stato invece trasportato d’urgenza all’ospedale Santa Croce di Fano, dove è tuttora ricoverato piantonato dalla polizia, in stato di arresto con l’accusa di omicidio.
L’omicidio durante un raptus di rabbia repressa
Secondo una prima ricostruzione, il delitto sarebbe maturato nel contesto di una malattia che affliggeva la signora Rita, colpita recentemente da un aneurisma che ne aveva compromesso le facoltà neurologiche. La donna era seguita a domicilio dai servizi sanitari, ma le sue condizioni erano peggiorate negli ultimi tempi. Il marito Angelo le stava accanto giorno e notte, dedicandosi alla sua assistenza dopo aver chiuso cinque anni fa la storica pizzeria di famiglia per prendersene cura a tempo pieno.
Un ruolo, quello di caregiver, che evidentemente gli è risultato col tempo sempre più gravoso, logorando lentamente il rapporto di coppia. Fino al tragico epilogo di ieri notte, quando la tensione repressa è esplosa in un raptus omicida. I contorni della vicenda sono ancora tutti da chiarire e gli inquirenti stanno ascoltando i due figli della coppia, che abitano nelle vicinanze, per ricostruire quanto accaduto.
Quello che appare certo è che si tratti dell’ennesimo femminicidio consumatosi tra le mura di casa, ad opera del partner. Un copione che purtroppo si ripete da nord a sud della penisola con una frequenza allarmante. Solo due settimane fa a Spinea, in provincia di Venezia, la 35enne Giulia Cecchettin veniva massacrata di botte dal compagno con cui conviveva.