Tragedia sfiorata nei cieli di Ravenna nei giorni scorsi quando un elicottero AW129 Mangusta dell’esercito italiano ha perso potenza durante un volo di addestramento. Il velivolo, decollato dalla base militare di Rimini, ha iniziato a perdere quota rischiando di schiantarsi in una zona densamente abitata o sulla trafficata superstrada E45. Ma il pronto intervento del pilota, il maggiore Ivan Tabone, 51enne siciliano originario di Agrigento, ha scongiurato il peggio.
Con grande sangue freddo, il maggiore Tabone ha manovrato l’elicottero ormai fuori controllo indirizzandolo verso un campo agricolo dove è riuscito ad effettuare un atterraggio d’emergenza. In questo modo, ha salvato la vita dell’altro membro dell’equipaggio e ha evitato una strage a terra. I colleghi del 7° Reggimento aviazione dell’esercito Aves Vega di Rimini, al quale l’elicottero è in forza, non hanno dubbi: se non ci sono state vittime innocenti il merito è solo ed esclusivamente del maggiore Tabone. L’incidente è avvenuto intorno alle 15 di lunedì. L’elicottero Mangusta era decollato per un volo di addestramento con il maggiore Tabone ai comandi e un tenente di 36 anni come secondo pilota.
Improvvisamente il velivolo ha perso potenza e ha cominciato a precipitare. E’ stato in quel frangente che il pilota siciliano ha tirato fuori tutta la sua perizia effettuando manovre rischiose ma necessarie per portare l’elicottero in avaria lontano da case e strade. Un atterraggio d’emergenza da manuale che ha permesso di limitare i danni.
Le cause dell’incidente sono ancora in corso di accertamento.Sull’incidente, la procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per il reato di lesioni colpose. Tanti i messaggi di incoraggiamento a Ivan Tabone, nelle ultime ore, da parte di amici e colleghi che hanno affidato ai social i loro pensieri. “Auguriamoci una pronta guarigione ai nostri due colleghi”, ha scritto Giovanni Sortino. E ancora, Antonello amico: “In bocca al lupo Ivan”, così come Rossana Castaldo augura una pronta guarigione: “Forza Ivan rimettiti presto”. Messaggi tutti dello stesso tenore, anche Manlio Ottaviano scrive: “Rimettiti presto, Ivan”