L’influenza di stagione è arrivata in anticipo quest’anno, con un vero e proprio boom di casi che sta interessando tutta Italia. Secondo le stime degli esperti, ogni settimana si registrano fino a 80 mila nuovi casi, con un incremento consistente rispetto agli anni precedenti.
I sintomi più comuni segnalati sono mal di gola, tosse secca, raffreddore, febbre anche molto alta oltre i 38°, dolori muscolari e articolari diffusi. Non mancano però anche disturbi gastrointestinali, come nausea, vomito e diarrea. “In questo periodo possiamo stimare 60-80mila casi a settimana di forme parainfluenzali, un terzo delle quali riguardano proprio stomaco e intestino”, ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco.
La carica dei virus cugini dell’influenza, oltre 260 tra tipi e sottotipi diversi, causerà nell’autunno-inverno in Italia circa 10 milioni di casi complessivi, che si affiancheranno ai 5-6 milioni di casi di vera e propria influenza stagionale. Quest’ultima è riconoscibile da un rialzo repentino della temperatura corporea oltre i 38°, la comparsa contemporanea di almeno un sintomo generale come dolori muscolari o malessere, e almeno un sintomo respiratorio, come tosse o raffreddore.
L’influenza stagionale quest’anno sembra colpire in modo più sfumato e con sintomi meno prolungati rispetto alla classica durata di 5 giorni. La sindrome simil-influenzale può guarire in molti casi con una corretta automedicazione a base di farmaci sintomatici. “L’uso di antinfiammatori, antipiretici e sciroppi serve ad attenuare i disturbi senza però azzerarli completamente, in modo da monitorare l’evoluzione della malattia e permettere all’organismo di reagire da solo”, spiega il virologo Pregliasco.
L’invito è di rivolgersi al medico se la sintomatologia dovesse aggravarsi o protrarsi oltre i canonici 5-7 giorni. La prevenzione, attraverso la vaccinazione antinfluenzale, resta l’arma migliore per contrastare quella che ormai è una vera e propria epidemia stagionale.