Aumentano i lavoratori stagionali in Sicilia dopo lo stop al Reddito di cittadinanza

la domanda di lavoratori stagionali in Sicilia, e in tutta Italia, è ancora alta

Aumentano i lavoratori stagionali anche in Sicilia dopo il taglio del reddito di cittadinanza: così cambia il lavoro estivo sull’isola dopo lo stop all’assegno per una vasta platea di cittadini.

In seguito al taglio del Reddito di Cittadinanza, il mercato del lavoro in Sicilia sembra riaccendersi. Lo dice un’inchiesta del Riformista. Perso il sussidio grillino, molti lavoratori stagionali sono tornati sulle spiagge e nei ristoranti all’inizio di agosto. Un fenomeno che si è rapidamente verificato in Campania, Puglia e Sicilia, in particolare nei settori del turismo e della ristorazione.

Marina Valli, presidente di Federturismo, ha rivelato in un’intervista a Il Messaggero: “La maggior parte di queste persone non ha una qualifica specifica, ma può diventare utile per lavori come lavapiatti in cucina o la pulizia delle aree comuni nelle strutture ricettive. Sono i profili che possono essere facilmente inseriti per soddisfare le esigenze stagionali”.

Silvio Moretti, responsabile del lavoro di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), ha confermato questa tendenza, segnalando un aumento del personale presente nei ristoranti e nei bar che intensificano la loro attività durante i mesi estivi.

L’ultimo report di Unioncamere rivela che tra le professioni non qualificate, le aziende sono alla ricerca di 32.701 figure. Tra queste, addetti allo spostamento e alla consegna delle merci, personale per la custodia di edifici, attrezzature e beni, operai per le costruzioni edili e operai per la manifattura.

L’annuncio dello scorso dicembre 2022, che avrebbe visto la cessazione del reddito di cittadinanza per gli abili al lavoro da agosto, ha contribuito a stimolare l’occupazione. A giugno, il numero di occupati ha toccato il picco di 23 milioni e 590 mila unità, il livello più alto dal 2004.

Tuttavia, nonostante l’aumento dell’occupazione, il reddito di cittadinanza è costato agli italiani 25 miliardi di euro in tre anni senza produrre i risultati attesi in termini di riduzione della povertà o di incremento dell’occupazione. “Sono soldi spesi male”, ha dichiarato il Ministro del Lavoro Calderone, “in quanto hanno prodotto solo sussidi senza alcun miglioramento della situazione occupazionale”.

A giugno, i nuclei beneficiari del reddito erano 896 mila, mentre i nuclei beneficiari della pensione di cittadinanza erano 115 mila, per un totale di un milione di nuclei. Tra tutti i beneficiari, solo 20 mila lavoravano a giugno 2023. Il Ministro Calderone ha sottolineato l’importanza di un approccio proattivo alla ricerca di lavoro, piuttosto che aspettare un sussidio dallo Stato. “Vuole un esempio? In Campania, regione con il numero più alto di percettori di Reddito di Cittadinanza, sono stati censiti 108 mila posti di lavoro disponibili”.

Mentre la stagione turistica è ancora a metà strada, la domanda di lavoratori stagionali in Sicilia, e in tutta Italia, è ancora alta. Il taglio del reddito di cittadinanza potrebbe aver riacceso il mercato del lavoro, ma rimane da vedere se questa tendenza continuerà anche dopo l’estate.

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