La Sicilia possiede un patrimonio minerario di grande interesse, che potrebbe tornare a splendere. Nell’isola si trovano giacimenti di terre rare, materiali sempre più ricercati e preziosi per l’high tech. Il ministro Adolfo Urso vorrebbe riaprire le vecchie miniere siciliane per estrarre questi minerali strategici.
In particolare, stando alla “Mappa dei minerali strategici in Italia”, in Sicilia si trovano antimonio e manganese. L’antimonio viene utilizzato soprattutto per la produzione di batterie ricaricabili e display, mentre il manganese è essenziale per la fabbricazione di batterie al litio usate nei veicoli elettrici.
Le terre rare più abbondanti in Italia si trovano sulle Alpi, in Sardegna e in altre regioni come Toscana e Lazio. Ma anche la Sicilia può offrire un contributo significativo. Riaprire le vecchie miniere sull’isola, abbandonate da decenni, consentirebbe di ridurre la dipendenza dalle importazioni e di creare occupazione. Ovviamente la riapertura delle attività estrattive deve avvenire nel rispetto dell’ambiente e delle popolazioni locali. Andranno effettuate valutazioni di impatto ambientale e utilizzate tecnologie eco-sostenibili. Fondamentale sarà poi investire una parte dei ricavi per la tutela del territorio e progetti di sviluppo delle comunità interessate.
Insomma, se ben gestita, l’estrazione delle terre rare in Sicilia potrebbe portare benefici economici e occupazionali, oltre a valorizzare giacimenti finora inutilizzati. La Regione dovrà però vigilare per garantire sostenibilità ambientale e ricadute positive per i siciliani. Le terre rare sono un tesoro che va preservato: potrebbero rilanciare l’economia dell’isola, senza danneggiarne l’ambiente unico.