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Cronaca

Il Gattopardo girato in Sicilia avrà una scena epica: quando esce su Netflix?

Ultimo aggiornamento: 09/07/2023 - 10:11
di Redazione Web
Pubblicato 9 Luglio 2023
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lettura in 9 minuti
Il Gattopardo girato in Sicilia avrà una scena epica: quando esce su Netflix?

Il Gattopardo è la serie evento di Netflix girata in Sicilia. Il fruscio degli abiti ottocenteschi, lo scalpitio degli zoccoli dei cavalli, atmosfere d’altri tempi in una cornice scenografica naturale: Palazzo Biscari di Catania, preziosa testimonianza del barocco siciliano. Qui, nel cuore del capoluogo etneo, si concludono le riprese in Sicilia della serie Netflix Il Gattopardo, tratto dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Per mesi, cast e produzione si sono mossi, non certo senza ostacoli, tra vie e palazzi storici di Palermo, Siracusa e in ultima Catania, prima della partenza per Roma dove si concluderanno i lavori sul set. Se del Gattopardo si parla, il riferimento alla versione cinematografica di Luchino Visconti, datata 1963, è quasi d’obbligo, ma il regista Tom Shankland che dirigerà gli episodi 1-2-3-6, affiancato dai registi Giuseppe Capotondi (episodio 4) e Laura Luchetti (episodio 5), smentisce ogni legame. Per quanto di grande valore, la versione viscontiana risulta oggi troppo rigorosa. «Mio padre era un insegnante di letteratura italiana e da giovane ho letto questo romanzo -racconta Shankland-. Sono sempre stato innamorato della Sicilia perché qui abbiamo passato lunghi periodi. Da bambino ho vissuto per un breve periodo in Sicilia, poi ho sposato una siciliana e ritornare qui per la prima volta con i miei figli è stato emozionante. Siamo stati accolti da tutti i siciliani con grandissimo affetto e pazienza. Mai avrei pensato di poter girare a Palermo la scena dell’arrivo dei garibaldini: con i fucili e i sacchi di sabbia abbiamo allestito un campo di battaglia, non si sentiva volare una mosca. Anche girare a San Vito Lo Capo è stato molto suggestivo, con tre piroscafi d’epoca, settecento comparse selezionate, carrozze antiche e cavalli. Nel Gattopardo ritrovo tutto il colore e il calore di quest’Isola che mi piacerebbe trasferire in questa serie. Mi interessa molto riscoprire tutta la modernità di un racconto, quello del Principe di Salina e della sua famiglia, che è quello dell’Italia di ieri e di oggi».

Il Gattopardo girato in Sicilia avrà una scena epica: quando esce su Netflix?

Il cast vede come protagonisti Kim Rossi Stuart (Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina), Benedetta Porcaroli (Concetta), Deva Cassel (Angelica) e Saul Nanni (Tancredi). Nel cast anche Paolo Calabresi, Francesco Colella, Astrid Meloni e Greta Esposito. La serie, in sei episodi, è prodotta da Fabrizio Donvito, Daniel Campos Pavoncelli, Marco Cohen e Benedetto Habib per Indiana Production e da Will Gould, Frith Tiplady e Matthew Read per Moonage Pictures e arriverà solo su Netflix. Quando? Ancora presto per averne certezza, la fase di montaggio sarà lunga e complessa. Di certo non la vedremo nel 2023.

La serie è scritta da Richard Warlow, che ne è anche creatore ed executive producer, assieme a Benji Walters. Il direttore della fotografia è Nicolaj Bruel. I costumi della serie sono a firma di Carlo Poggioli ed Edoardo Russo, le scenografie di Dimitri Capuani e Roberta Troncarelli (Set Decorator). Le musiche originali sono di Paolo Buonvino. Hair e make up sono curati da Desiree Corridoni (Hair & Wig Designer), e Laura Tonello (Make Up Designer).

Location per le riprese sono state sia sedi storiche di grande pregio, dalla Cattedrale di Palermo a Villa Virz a Mondello, sia luoghi urbani come i Quattro Canti nel capoluogo siciliano e Piazza Duomo a Ortigia, queste ultime ricoperte di terra per ricreare ambientazioni storiche. Una scelta che ha sollevato non poche polemiche.

«Quando, molti mesi fa, l’Indiana Production mi ha telefonato per propormi di disegnare i costumi della serie de Il Gattopardo -racconta Carlo Poggioli-, ho avuto due reazioni molto contrastanti fra loro: da una parte un grandissimo entusiasmo, ma dall’altra, sono stato assalito dalla preoccupazione di affrontare un progetto così ambizioso. Ho collaborato durante la mia carriera a tanti film ambientati nel 1800 (da Cold Mountain a The Age of Innocence, The Raven, Silk e tanti altri): per questo sono stato da subito più che consapevole che sarebbe stato molto difficile riuscire a recuperare costumi di repertorio degni di rappresentare l’alta aristocrazia siciliana. Il regista Tom Shankland mi ha convinto ad accettare trasmettendomi il suo entusiasmo nell’affrontare un caposaldo della nostra letteratura così affascinante e così moderno».

Le cifre traducono l’imponenza di questa produzione: 5.000 le presenze di figurazioni in costume impiegate nella serie, 6.000 il totale dei costumi e accessori, 3.500 metri di tessuti ricamati e realizzati appositamente per i costumi nuovi delle donne equivalenti ad una superficie tale da coprire due campi da tennis, 2.000 paia di scarpe nuove (più 2.500 di repertorio), 2.000 le ore di registrazione in camera e 300 i tecnici fissi.

La Villa del gattopardo restaurata

«Il film è un capolavoro per tutti quelli che fanno cinema e lo amano anche solo da spettatori. Ma questa serie non vuole essere un remake del film di Visconti o un’imitazione, sarebbe ridicolo», spiega il regista, che ha firmato serie come The Serpent o i Miserabili”. Approfondisce il libro di Tomasi di Lampedusa. Mi sono basato sul romanzo scritto, lo ricordiamo, 65 anni fa, che ho letto, studiato, amato decine di volte fin da ragazzino”.

«Abbiamo usato dei coach per l’accento, il dialetto, ci siamo informati e la principessa Vittoria Alliata ci ha spiegato come parlavano i nobili al tempo. Dal momento che Angelica viene da un rango inferiore, in famiglia parla un dialetto più stretto”, sottolinea ancora il regista. “Ci basiamo anche sull’ultimo capitolo del romanzo in cui Tomasi di Lampedusa si interroga molto sulla sua simpatia per Tancredi e approfondiamo questo aspetto. Quanto alle location scelte qui, per me si tratta di un privilegio: da bambino ho vissuto per un breve periodo in Sicilia, poi ho sposato una siciliana e ritornare qui per la prima volta con i miei figli è stato emozionante. Siamo stati accolti da tutti i siciliani con grandissimo affetto e pazienza.

Mai avrei pensato di poter girare a Palermo la scena dell’arrivo dei garibaldini: con i fucili e i sacchi di sabbia abbiamo allestito un campo di battaglia, non si sentiva volare una mosca. Anche girare a San Vito Lo Capo è stato molto suggestivo, con tre piroscafi d’epoca, settecento comparse selezionate, carrozze antiche e cavalli. Abbiamo grandissimi costumisti, straordinarie acconciature e scenografie uniche: credo che si farà un buon lavoro, siamo metà dell’opera”.

Prosegue Shankland: “Mio padre insegnava letteratura italiana all’università in Inghilterra e aveva una predilezione per gli autori siciliani, da Sciascia a Tomasi di Lampedusa: per questo il libro faceva parte della biblioteca casalinga e papà invogliava tutti a leggerlo e rileggerlo perché, sosteneva, in ogni capitolo c’era una storia da scoprire.

La scena che abbiamo girato oggi, tra il ballo e le carrozze, non fa parte del libro, ma è ispirata a un incontro fra Tancredi e il Principe di Salina. Poi è un bel momento di aggregazione familiare, una festa in cui all’inizio c’è un momento di imbarazzo, poi si scioglie un un meraviglioso ballo. Detto questo, sono molto contento anche della scelta dei protagonisti di questa serie perché sono tutti italiani.

Ritengo Kim Rossi Stuart, che interpreta il principe di Salina, un grandissimo attore di portata internazionale, intuisce per primo cosa voglio e devo fare, quando ho visto il suo film Bardo con Saul Nanni mi ha colpito molto: è eccezionale, ha un animo, oltre che un aspetto, principesco. Benedetta Porcaroli nel ruolo di Concetta è ugualmente perfetta, sarà centrale. Come Deva Cassel che è Angelica”. Le scene in fase di ripresa sono quelle del Liberation Ball e dell’arrivo delle carrozze a Palazzo Biscari a Catania.

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