L’Istituto Zooprofilattico della Sicilia è al lavoro per mettere in campo strategie di prevenzione contro il rischio di diffusione della peste suina africana nell’Isola. L’allarme è stato lanciato dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del piano nazionale di abbattimento e cattura dei cinghiali, il cui numero troppo elevato può favorire la trasmissione della malattia.
“L’Istituto dà il massimo contributo per portare avanti un’opera di prevenzione per evitare la diffusione della peste suina africana in Sicilia, in considerazione del grave danno economico che può provocare a tutti gli allevatori” ha spiegato Salvatore Seminara, commissario straordinario dell’Izs Sicilia.
Per mettere a punto le misure di contrasto, si è tenuta una riunione all’Istituto zooprofilattico a cui hanno partecipato rappresentanti dell’ambiente, dell’agricoltura e della sanità. Il presidente della Regione ha invitato tutti a cooperare con il commissario straordinario nazionale per definire una strategia di contrasto alla peste suina.
La malattia, comparsa in Italia lo scorso gennaio, si è diffusa in Piemonte, Liguria, Lazio, Campania, Calabria e Basilicata. “Il piano interesserà tutte le regioni italiane, a eccezione della Sardegna, per la corretta gestione della specie cinghiale. Se adeguatamente diradato può rappresentare un fattore di minore rischio” ha affermato Vincenzo Caputo, commissario straordinario nazionale peste suina.
L’Istituto Zooprofilattico della Sicilia è al lavoro con le autorità regionali e nazionali per mettere in campo misure urgenti contro il rischio di diffusione dell’epidemia di peste suina africana, favorita dal proliferare incontrollato dei cinghiali. Biosicurezza negli allevamenti, campagne di informazione per gli agricoltori e azioni di contenimento della popolazione dei cinghiali: sono queste le prime misure in campo per tentare di arginare un’emergenza dai pesanti risvolti economici.