Palermo – I carabinieri del nucleo investigativo di Palermo hanno eseguito oggi un decreto di sequestro beni per un valore complessivo di circa 1 milione di euro nei confronti di Tommaso Di Giovanni, 66enne boss di “Cosa nostra” condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo che ha accolto le richieste della Dda.
Di Giovanni è stato arrestato nel marzo 2019 nell’ambito dell’operazione “Athena” con l’accusa di aver diretto, insieme ai fratelli, il mandamento mafioso di Porta Nuova. In passato è stato coinvolto anche nelle indagini “Perseo” e “Pedro”.
Il sequestro ha riguardato due imprese individuali, “Di Giovanni Tommaso” e “Macelleria Billa Simona”, entrambe con sede a Palermo e operanti nel commercio al dettaglio di carni. Sigillati anche un fabbricato di 10 vani su tre piani, due appartamenti e due locali commerciali, tutti nel capoluogo siciliano.
Le indagini dei carabinieri si sono concentrate sull’analisi dei patrimoni dei boss mafiosi e dei loro familiari, sia in termini finanziari che in termini di proprietà immobiliari, per individuare le disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili alle organizzazioni criminali. L’operazione di oggi conferma l’efficacia di questa strategia e l’importanza di affiancare alle indagini di tipo tradizionale mirate a colpire i vertici della mafia, un’analisi finanziaria in grado di individuare patrimoni e beni frutto attività illecite.
Il sequestro delle società e degli immobili intestati a Di Giovanni rappresenta un duro colpo al patrimonio della mafia e un concreto risultato nell’azione di contrasto alle organizzazioni criminali.