Drammatica rapina in gioielleria: titolare 76enne pestato a sangue
I rapinatori lo hanno aggredito selvaggiamente con calci e pugni, provocandogli la frattura di tre costole e del setto nasale

Momenti di puro terrore ieri sera, attorno alle 19.30, nella storica gioielleria D’Ambra di Giarre, in provincia di Catania. Due malviventi hanno tentato di rapinare il negozio, aggredendo con inaudita violenza il titolare 76enne, Salvo D’Ambra.
Secondo una prima ricostruzione, un uomo a volto scoperto si è presentato come un normale cliente. Improvvisamente, utilizzando un dissuasore elettrico simile a una pistola “taser X2”, ha colpito D’Ambra al collo. Subito dopo è entrato nel negozio un secondo rapinatore col volto coperto. I due hanno intimato al gioielliere di consegnare i preziosi in vetrina, ma di fronte alla sua reazione lo hanno aggredito selvaggiamente con calci e pugni, provocandogli la frattura di tre costole e del setto nasale.
A quel punto, i malviventi hanno mandato in frantumi una vetrina. La commessa del negozio, che aveva assistito alla scena, ha però avuto la prontezza di pigiare il pulsante antirapina collegato con i carabinieri. I rapinatori si sono accorti della mossa e, temendo di essere arrestati, hanno rinunciato al colpo e sono fuggiti a piedi. Hanno poi raggiunto un’auto rubata, una Fiat Panda, con cui si sono dileguati. L’auto è stata in seguito ritrovata dai militari.
D’Ambra è stato soccorso dal 118 e ricoverato in osservazione all’ospedale di Giarre. I carabinieri hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza per risalire all’identità dei criminali. L’episodio riaccende i riflettori sull’emergenza criminalità che affligge la città.
Salvo D’Ambra è un commerciante molto noto in città. La sua gioielleria, aperta da più di quarant’anni, è un vero e proprio punto di riferimento. In molti, sconvolti, hanno voluto testimoniare la loro vicinanza al gioielliere aggredito. Sotto choc la commessa, che grazie alla sua prontezza di riflessi è riuscita a sventare la rapina e a salvare probabilmente la vita al suo datore di lavoro. Le indagini proseguono senza sosta per assicurare alla giustizia gli autori di questo vile gesto.